Estratti ed Inediti

Estratto da “La notte sulle spalle” di Vincenzo Leonardi | L’Altrove

Emorragia immobile

Mi sveglio col furore degli anemoni.
La mezzanotte ha un’arpa che confessa
affreschi acuminati.
I cadaveri
si bagnano nel fuoco della luna
ed io cerco un amico richiudendo
le palpebre omicide.
Lentamente impugno
una freccia cosparsa di smeraldi
contro il quadro del balcone.
La notte, nulla più di una corrente
sulle labbra,
e un brivido di Vita
occulta un talismano.

Silenzio! È solo la mia malattia,
è solo il mio cuore.


Gli spazi

La tua forma non conosco.
Hai disfatto la mia forma.

Resta la tua traccia forte, immune,
sicura
nella desolazione.

Io, noi, l’umanità,
ti percepiamo come un’ala d’ombra
tagliando il silenzio.

Mi osservi
dall’assurdo profondo;
dal tutto
provieni e mi richiami, come un mare,
un eterno istante
o una memoria…


Il mio mortale

Nessuno può commuoversi dall’odio.
La cicatrice è colma di speranze,
di continue speranze trasportate
dalle onde di maggio.
Se potessi trovare sulla sabbia
la lingua dell’oblio,
farei nascere il sale più radioso.
Da quando sono vivo
ho provato a protendere le braccia
oltre le lacrime che ho ucciso
negli occhi.
Nelle pareti l’azzurro
si fa nebbia scolpita dall’insonnia
e pregare non basta più.
Oggi le ossa sono laghi
mossi dalla patina
e riflettono gli ultimi garofani
sbocciati dallo iodio.

Tra le croci serrate
e l’odore del marmo,
qualcuno sta bussando
alla porta dell’anima.


Intermittenza

Ancora una volta
le tigri ringhiano nel mio calice,
e tremano e si mordono
in un cerchio eccitato,
e senza indugiare
mi graffiano le vene in cerca
di una bocca che vuol essere usignolo,
e la lingua infetta
di angoscia e desiderio
si disseta nel fiume dei discorsi
sepolti,
e nel sangue germoglia una camelia
al tempo giovane e vecchia
al tempo sana e appassita.

Tu, corda che leghi
il principio e questa gola,
che trattieni il singhiozzo
che trattieni il singhiozzo tra le piaghe,
che vibri insieme al cuore,
tu, meschina, dimmi,
quando tornerai?


L’implosione

Giungiamo all’estate
come due nervi gonfi di colpe.
Lungo le scale sto ancora cercando
i segni dell’acido
prima che la gola appanni
l’acciaio
e la mancanza si annulli
nello zolfo.

Esisti perché non posso toccare
la follia delle carni celate,
l’assurdità
spumeggiando nella bile.

Sulla sponda delle ciglia,
stai accarezzando
la fragilità del nostro orgoglio.

L’AUTORE

Vincenzo Leonardi

Vincenzo Leonardi (Napoli, 1996) è laureato in Lingue e Letterature Moderne Europee presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, dove attualmente è assegnatario di una borsa di ricerca. Alcuni suoi componimenti sono stati pubblicati su riviste letterarie spagnole e ispano-americane. La notte sulle spalle è la sua prima silloge.

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