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Recensione: “Q Asi Hai Q – Quasi Haiku” di Nur Asilah | L’Altrove

Tre versi e diciassette more: lo schema classico degli Haiku.

Lo Haiku rappresenta un componimento poetico molto importante nella letteratura giapponese, forse ne è la caratteristica più profonda. Ma questa forza espressiva non si è imposta limiti ed ha raggiunto diverse culture, differenti mondi letterari. Si pensi alla Società di Haiku d’America o agli influssi avuti suoi poeti britannici o francesi. Al di là di questo, resta il fatto che lo Haiku sia unico nel suo genere, nella sua purezza che dice e non dice, che libera simboli e metafore.

È anche per questo che i poeti continuano a scrivere Haiku o quasi, ne è un esempio la prima raccolta di Nur Asilah.

Il poeta spoglia il componimento dalla sua classicità, dalle regole che fanno sì che lo Haiku sia Haiku e crea un qualcosa che si avvicina ad esso, una poesia senza vincoli metrici, ma che riesce a conservare ritmo e bellezza.

Nella raccolta Q Asi Hai Q – Quasi Haiku, pubblicata nel 2021 con la Casa Editrice Transeuropa, Nur Asilah riesce ad attrarre il lettore in un turbinio di semplicità, che non risulta ovvietà tematica o banalità di costruzione poetica, bensì pone enfasi sul mondo, sulla realtà umana, materiale ed immateriale. Ci presenta una Terra da accarezzare nella sua essenzialità, l’alternarsi delle stagioni con i suoi misteri e spinge il lettore a rimanere in questo tessuto unico, nel fascino di un frammento di poesia.

Il quasi-haiku di Asilah nella sua fisicità strutturale semplice ed immediata non vuole tuttavia eliminare il valore di quella carica di sensazioni che la poesia occidentale dona. Si percepiscono allora dei contrasti contenutistici ed anche cromatici tra lo Haiku tradizionale e il quasi-haiku di Nur. Raffigurazioni dense come in La marea, si affacciano limpide per poi colpire.

LA MAREA

Sale, ingoia la terra.
Il tempo passa
erodendo ciò che sapevo.

La natura abita il poeta, non il contrario. Ma non c’è un’idea positiva su di essa; la natura non rappresenta la madre benevola alla Bashō, con i suoi animaletti e la sua cristallinità innocente. Il freddo è freddo, il dolore è dolore.

LIGNE 25 VERS ST. ANTOINE

Sul bus. Una donna.
Lo sfregio dall’occhio al mento.
O forse
solo il solco di una lacrima amara.


L’AUTUNNO

Mentre ti parla di assenze
io gli guardo le dita
ricordando presenze.


A prendermi sia
il vento freddo
un pomeriggio di marzo.

E se lo Haiku ha sempre quell’aria di entrare in noi in punta di piedi, il quasi-haiku non ce l’ha, cattura il lettore e lo seduce in maniera pericolosa senza auree di parsimonia.

Nur Asilah in questa essenzialità di versi ricostruisce il nostro tempo, lo fa quindi avvalendosi di un’aria mitica e classica con un’improvvisa scarica di verità provocatoria. Si leggano Sarajevo e Hiroshima, nel quale l’autore, in uno o due versi, condensa la scelleratezza delle guerre.

SARAJEVO

Acqua sul fondo di mani a coppa.

A dare un respiro delicato alla raccolta ci pensano altre composizioni presenti:

ABETI

L’estate
scioglie nel vento
odore di resina.


I PAPAVERI

Cuori amor pulsanti
oscillano immersi
in tutti i per sempre.

Tienimi,
io sono solo un fiore.

Due non-haiku o quasi-haiku che hanno quella peculiare brevità, quella predisposizione a farci godere di sentimenti delicati, autentici e profondi, per ricercare un’autentica conoscenza e comprensione della natura.

Q Asi Hai Q – Quasi Haiku fa in modo che riviva la tradizione dello Haiku – con le dovute differenze, è chiaro – riviva il suo sentimento, il suo valore semantico, la pura musicalità del verso, la bellezza estetica di esso.

L’AUTORE

Nur Asilah è di origine maghrebina. Oramai da sempre in Italia, ama credersi di nazionalità mediterranea quando non terrestre. Ha svolto numerosi lavori manuali dall’imbianchino al fabbro, dall’autista al muratore passando per il metalmeccanico. Viaggiatore pressoché solitario, ha messo piede in mezzo mondo ed ha in animo di raggiungere l’altro mezzo. Poeta e narratore, Q Asi Hai Q – Quasi Haiku è il suo primo libro pubblicato.

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