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Recensione: All’ombra di un albero spoglio” di Virginia Montanelli | L’Altrove

All’ombra di un albero spoglio di Virginia Montanelli (Eretica Edizioni, 2018) è un libro intenso ed efficace, in cui la componente sentimentale prevale nel desiderio di condivisione e d’intimità. I versi annodano la sostanza poetica dell’idealizzazione e vincolano il disequilibrio interiore, la maturità della disillusione.

La poetessa manifesta confidenze emotive, cerca la stabilità nelle parole che convincono la resistenza dei comportamenti, incoraggia il senso di completezza esistenziale nella necessità di confermare, attraverso la propria esperienza sensibile, una traccia indelebile del suo passaggio nel cuore di ogni destinatario. La connessione affettiva decifra i movimenti psichici della conoscenza, sostiene l’istinto e la ragionevolezza, tenta di colmare il vuoto dell’indifferenza e della superficialità. Virginia Montanelli affida al titolo del libro l’epilogo naturale della propria identità profonda, consente all’evoluzione dei cambiamenti di trasmettere ogni volta una nuova sottrazione alle delusioni nella vita, permette a ogni strumento nobile di sopravvivenza l’essenziale consapevolezza, padroneggia la volontà di arricchire l’orientamento di crescita interiore, di poter rinascere ed elevarsi spiritualmente da ogni “piccola morte”.
I testi ritrovano la verità nuda dello stupore e la percezione del turbamento, risentono della fragilità insita nella natura umana, sprigionano la forza creativa dell’ispirazione, riconoscono il valore delle inquietudini e la responsabilità nei confronti del mondo descritto. Incisi nella formula epigrammatica, sfuggono alla decadenza delle passioni e rinnovano la tenacia dell’amore. “All’ombra di un albero spoglio” è un invito a sostare sotto la protezione della libertà individuale, mantenendo il carattere universale della nostalgia e misurando l’impronta della provvisorietà con la trasformazione degli eventi. L’ombra proietta la sfumatura dell’assenza, il realismo dell’odio, il destino dell’inganno, contrasta la variazione del risentimento e del disincanto, ha il contorno netto della solitudine.
La poetessa regola lo scambio sincronico del tempo, difendendo il supplichevole impulso della malinconia, la straziante inesorabilità del caso, affretta nell’acerba e viva arma del linguaggio giovanilistico lo stimolo emozionale, oltrepassa il privilegio adolescenziale delle contraddizioni aggressive. Le originali espressioni poetiche contaminano il dinamismo del pensiero, confermano la commovente dissolvenza dell’anima, si accaniscono contro ogni soglia cognitiva d’infelicità, testimoniano l’asprezza crudele dell’inesistenza.
Il richiamo all’urgenza vitale di apertura alla comprensione concentra il contenuto autentico e viscerale delle poesie in una prospettiva significativa per riconfermare la propria personalità in relazione agli altri. La poesia riempie il buio dell’anima, Virginia Montanelli colma la luce del risveglio introspettivo, sparge le ceneri dell’incertezza nella ricompensa della bellezza, premiando il coraggio di fermare le immagini nell’estensione felice delle promesse.

Alcuni testi scelti:

Forse avrei dovuto lasciare quel
“Piacere”
Un piacere vano,
Privo di ogni interesse;
Uno di quelli che ripeti cordialmente come routine
Quando ti presentano qualcuno, che aleggia nell’aria
Mano nella mano ad un finto sorriso,
Sforzato,
Che pronunci con la testa altrove.

Maledetto il giorno in cui il mio “piacere” fu vero perché
Quella mano avrei voluto stringerla per tutta la vita.

Maledetti i tuoi occhi in cui mi hai insegnato a nuotare e poi
Mi hai affogato senza pietà.

Maledette le tue labbra, piene di vita, di sangue e di bugie.

Maledetti i tuoi nei, le tue cicatrici.

Maledetto il tuo nome

Che mi ritorna in testa come la prima volta.

Maledetto il tuo sorriso.

Maledetto
Te.


A vuoto

Stanotte ho sgarrato
T’ho chiamato:
Non hai risposto.

Ma tanto già lo sapevo
Non abbiamo niente da dirci.

Avresti parlato con la mia testa
riempita di fumi d’alcool
non con me.

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Preconcetti

Il contrario d’amore non è
Odio
Ma indifferenza
Così come
La metà di un matrimoniale non è
Un singolo
Ma un matrimoniale
Vuoto.

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La fine

La peggiore sensazione
Che ho provato con te
Fu
Sederti a fianco
E sentire la tua mancanza.


En Route

Senza inutili mappe,
Lungo viali e piazze
Intenti ad esplorarci,

Nel più violento
E impudico
Amplesso
Fra sguardi .


Resi

Al civico 23
Rispedirò
Le mie inettitudini
Infondo
Erano le tue.


Vent’anni

Avere vent’anni
E un animo antico
Non so se è più
Condanna
Grazia.


Contrappasso

Un pessimo intuito
Dev’essere il tuo
Se cercavi
Chi
Alla fine di tutto
Ti dimenticasse.


Mi sento in catene
Ma non vedo l’appiglio.


Sola
Tra i campi arati con
Cura

Mi sedetti
Scomposta
All’ombra di un albero spoglio.

L’AUTRICE

Virginia Montanelli

Virginia Montanelli nasce nel 1996 a Pistoia. Consegue la maturità scientifica e attualmente frequenta il secondo anno dell’Accademia di grafica pubblicitaria e Comunicazione “Touch”. All’ombra di un albero spoglio è il suo primo lavoro editoriale.

A cura di Rita Bompadre – Centro di Lettura “Arturo Piatti” https://www.facebook.com/centroletturaarturopiatti/

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