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Recensione: “Sottovoce” di Antonio Cerquarelli | L’Altrove

Sottovoce di Antonio Cerquarelli è un’opera poetica questa, in cui, l’Amore è una metafisica fiaccola coccolante umidi baci nevosi e purificante gotiche nenie lacrimanti, ma in particolar modo potente fonte dissetante bocche di cartapesta, con lattee verginità Crocifisse e Risorte da cruccianti solitudini interiori. Fiaccola ed emotivo mare, l’Amore, che battezza purificando terrene carni infettate da acide e sulfuree lacrime interiori, ma in particolar modo inarrestabile treno imprigionante senili riminiscenze arrugginite derise da decadenti inverni, all’interno di muti tunnel intensamente mistico, filosofici e confessionali. Amoroso treno, questo, che immerge sospirosi ansimi sanguigni in lattei cieli lunari condividenti fraterne nenie lagnose, ovvero spumeggianti canti nomadi che si perdono oltre l’impenetrabile confine marittimo, come mostrato nella canzone “I ragazzi dell’olivo” dall’album Solo Nomadi dei Nomadi. Gitani canti emotivi, questi, come pure fontane dalle alchemiche parole profumate di sandalo e mistiche preghiere lodative purificanti timide foglie invernali dalle argentee intimità, poiché schiaffeggiate da crudeli, aspre e umide campagne animate, con acri melodie folistiche e ansimanti carezze boreali.

Treno cerquarelliano, che, ci conduce nella molisana Isernia dove ci aspetta il poeta Simone Principe, con l’opera Aria pulita al risveglio. Amore questo semplificante quello cerquarelliano, come immortale Getsemani abbracciato da candide nuvole dal sapor di panna e aulico Campo Eliseo abitato da angeliche creature con nuovi visi profumati, fanciulleschi sguardi emancipati, gelate lacrime filosofico-meditative e quotidiane riminiscenze vitali in modalità on-off, come nelle poesie “Immortale giardino”, “Profumo di te” e “Ricordo di un fiore”. Amore, quello cerquarelliano, battezzato nel nome di Gesù come oceanica strada sapienziale, fraterno granaio affettivo, universale risurrezione emotiva e amoroso balsamo spirituale, come mostrato nelle canzoni “Il dio bambino-Gesù e così sia” dall’album Cantiamo il Natale di un cantautore cellinese. Croce cioè Amore, questo, partoriente Uomini come sentimentali, candide, aspre creature errabondanti senza meta nel Mondo fino all’ultima Stazione, fra le braccia della madre-sorella Morte come nelle poesie “Per fare un uomo” dall’album Ma noi no! e “Né gioia né dolore” dall’album Quando ci sarai dei Nomadi. Amore, quello del Cerquarelli, oggi più che mai come curativo balsamo psico-fisico verso bambini stuprati selvaggiamente nelle carni, ovvero puerizie infettate con invernali lacrime lebbrose, accecate riminiscenze educative, anoressiche emozioni atomiche e verginee sessualità comprate da droghe per la sopravvivenza delle loro famiglie, come nella canzone “Bambino” dall’album Paola Turci di Paola Turci. Amore questo inoltre, come strada pedagogico-educativa e scolastica verso il fenomeno del bullismo con Social Media, come strumenti di sbeffeggiamento verso deboli, diversamente abili, stranieri e peggio ancora sempre di più ai giorni nostri, come strumento di vendetta sessuale attraverso lo stalking e il fenomeno dello stupro telematico denominato revenge porn, come nella poesia in dialetto senigalliese “Pinocchi. e il t.l.funin” dalla riduzione poetica La avventure di Pinocchio di Carlo Collodi a cura di Franco Patonico. Amore infine quello del poeta Antonio Cerquarelli, come urlo di rabbia, ribellione, speranza e pace contro la Guerra dai toni costituzionali, in quanto, anche l’Amore cerquarelliano ripudia e schifa con tutte le sue lacrime la Guerra perché mondo animato da sangue, lacrime, incurabili ferite, assordanti dipartire etiche, sociali, economiche, lavorative, confessionali, religiose e costituzionali come mostrato dall’articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana, sezione “Principi Fondamentali”. Urlo di Resistenza Sottovoce, che, si unisce alla sofferenza dei bambini-ragazzi ucraini in Italia versanti lacrime di disperazione, grida di paura e preghiere di amore, per i loro amati genitori che combattono in Ucraina contro la folle dittatura comunista di Vladimir Vladimirovič Putin perché la guerra, non è l’Igiene del Mondo trattata sul Manifesto del Futurismo, ma solo e unicamente, l’Armageddon. Giudizio Finale del regista Michael Bay e/o L’Apocalisse di San Giovanni Battista. Tutti insieme, sì tutti insieme scendiamo in piazza dicendo basta alla guerra declamando i versi di Sottovoce, ascoltando Redemption Song di Bob Marley, Ho difeso il mio amore dei Nomadi, recitando Poesie (2015-2019) di Marco Bagnerini e Battiti di Clelia Moscariello, per gridare un potente BASTA all’innocente pianto materno e agli innocenti cadaveri di ragazzi, bambini, adolescenti stesi in una oceanica pozza di sangue. We Are The WorldWorld!

Un breve estratto da Sottovoce (Il Sanguerone, 2006):

Attimi di Fede

Con la leggiadrìa
d’una scultura carsica
si snodano i sentimenti.
Tasselli di vita
si ricompongono,
si ritrovano ogni anno
con la stessa intensità:
quale intensità!
Un lungo peregrinare
tra il grano non ancora maturo
e casolari abbandonati
…e poi?..
Si levano al cielo
briciole di speranza,
nella notte di fine maggio,
con la soavità dell’aquilone
ed il candore della brina.
Sono origami di luce…
un mosaico variopinto di vita
che si dilegua al mattino,
al canto del falciatore.
Quando ancora dormono le capinere
io, sommessamente, ti chiamo.


Da Il silenzio dell’attesa

(…) All’estremo lembo del molo,
avvolta nel suo mito profondo
che si rinnova ogni notte
quando salpano i pescatori,
attende Penelope
il suo fatidico Ulisse
che forse mai farà ritorno.

A cura di Stefano Bardi.

L’AUTORE

Antonio Cerquarelli

Antonio Cerquarelli (Sassoferrato, 1944). Ha pubblicato Poesie, Lalli, Poggibonsi, 1979; Rhapsodie à deux, con Enrica Bonanni, Thalia, Liegi, 1982; Myricae, Lo Faro Editore, Roma, 1984; Il canto del mare, Sped.im, Roma, 1987; Tre stelle e una chitarra, Tipografia Garofoli, Sassoferrato, 1998; Sottovoce, Il Sanguerone, Sassoferrato, 2006; Un fremito di verdeluna, Il Sanguerone, Sassoferrato. 2013; I calanchi del tempo, Il Sanguerone, Sassoferrato, 2020.

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