Estratti ed Inediti

Estratto da “Le campane” di Silvia Bre | L’Altrove

È da lontano che viene, e non per noi
arriva e fa pensare che fosse qui
da prima
e prima di muovere commuove
mentre sembra che cada
come accade a noi
stessa voglia di spazi, stesso firmamento
da rinchiudere perché stia vicina
perché sia imprendibile.
È l’origine. Noi
ci industriamo, ma siamo senza voce
verso lei,
senza piú armi
come le stelle contro il loro buio
in pace
dentro una differenza che uguaglia
la parte per il nulla.

L’apparire di sparsi movimenti
del sole, delle strisce lunari

poi nella loro luce gli animali
tra foglie tutte nuove
disegni, come i gesti delle fate
e dei maghi

discendere da loro
in un destino

nel fumo
negli spazi

essere stati il futuro di qualcuno.


parola è un impiglio, poi crolla
come ogni monumento
e l’incontro si scioglie
(nell’ingorgo dei suoni s’incaglia
un attimo di senso
e l’attimo nel suono pare eterno
smette quando
di colpo lo convince
la deriva del tempo lí attorno)
non esiste altro evento che questo
che la vita di ognuno apparsa
nella croce che la toglie.


Questo diventi, mia acuta differenza
spartita dalle correnti d’aria, squilibrio
rincorsa, tuoni di nostalgia in un suono perso
che si fa dilaniare a ogni rimbombo.
Ma io resisto, ti sto murando col gesto del vento
ti tengo ferma via da me
ti impongo all’universo.


Ti ho visto poi ti ho intravisto
poi ti ho smarrito in me là fuori
adesso sono te
e continuo
«Vieni qui, ora, tu che ascolti,
c’è questo fenomeno nel mondo
uno che dice vieni a qualcuno
tra le ombre che li sfidano, e fortune
e rami che li dividono come rami,
brevi rumori in cui crollare
per un sonno fulminante di frazioni
e sottomisure di un gran tempo –
un’intesa senza le persone.
Mi sono già sdraiata in questo antro a spiare la forbice
almeno un attimo prima del taglio
per incontrare tra le mille luci il dopo
che arriva senza lasciare fiato
mentre si ammira – vieni, ho solo te, sei tutto.
La riva sta per tornare com’era prima
dell’esile momento in cui parlo, sei tu che m’intrattieni
fino all’ultimo con questo discorso lungo –
ho seguito il suo filo per accostarmi
come un viso, un orecchio appoggiato contro il muro
con il cuore in tumulto con cui senti
il cuore di qualcuno. Che sia mio, o tuo
andiamo a rovinare la parvenza che li separa».

L’AUTRICE

Silvia Bre
Ph. Dino Ignani

Silvia Bre è nata a Bergamo nel 1953. Vive da molti anni a Roma. Da Einaudi ha pubblicato Le barricate misteriose (2001), Marmo (2007), La fine di quest’arte (2015), nonché tre volumi di traduzioni da Emily Dickinson: Centoquattro poesie (2011), Uno zero piú ampio (2013), Questa parola fidata (2019).

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