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“Mappa immaginaria della poesia italiana contemporanea”- Intervista a Laura Pugno | L’Altrove

La poesia italiana ha sempre vissuto e vive tuttora sotto l’aspetto linguistico, formale e stilistico numerose trasformazioni, innovazioni e sperimentazioni.
In un contesto come questo, appare chiara l’esigenza, quasi, di far luce sugli aspetti, le tendenze o le particolarità della poesia stessa, ma anche e soprattutto sugli autori che scrivono in versi e pubblicano le loro opere.

La Mappa immaginaria della poesia italiana contemporanea

La domanda: è possibile disegnare una mappa della poesia italiana contemporanea? l’ha formulata Laura Pugno, scrittrice, traduttrice e poeta, qualche anno fa a se stessa, coinvolgendo in questo suo pensiero anche altri scrittori e poeti. Dalla domanda una risposta: sì, si può. Infatti il 9 dicembre 2021 è uscito per Il Saggiatore la Mappa immaginaria della poesia italiana contemporanea.

Un titolo singolare che serve a descrivere al meglio il libro, che altro non è che una rappresentazione corredata da grafici, segni, simboli, informazioni verbali e numeriche. In questo caso il territorio analizzato è appunto la poesia – quella contemporanea – che da materia astratta diviene concreta, eppure la Mappa è per sua creazione immaginaria, perché legare e congiungere parola, verso, (verbum) e persona, poeta, (corpus) è difficile o impossibile. Ma si può lavorare per immagini, si può immaginare di tenerle insieme e di sovvertire le regole, rendere visibile quello che non lo è.

In questo la Pugno c’è riuscita, formulando – supportata dall’aiuto della SciamLab (azienda informatica di analisi e sviluppo dati) – una possibilità.

Si è partiti allora con la selezione di circa cento poeti e si è proseguito tracciando i parametri, cioè quelle caratteristiche simili che accomunano ognuno di loro o che, al contrario, li differenziano. Stabiliti i sette parametri: Affettività, Assertività, Conoscenza, Io, Mondo, Performance, Sperimentazione, sono stati selezionati dei giurati a cui è andato il compito di compilare un questionario ed esprimere le proprie valutazioni e preferenze, da qui si è giunti all’elaborazione di essi in grafici, in diagrammi e anche in costellazioni.

Mappa Poesia

C’è studio, tanto, c’è ricerca, c’è impegno e sfogliando le pagine del libro – le tante piccole mappe che lo compongono – tutto ciò emerge, ma il lavoro non è fine a sé stesso e non vuole mettere un punto fermo; diremo che si tratta di una mappa in divenire che, per la prima volta, apre a nuove trattazioni, a nuovi studi sistematici, ad altre numerose interpretazioni, immaginazioni.

Per conoscere meglio il progetto abbiamo fatto alcune domande all’autrice Laura Pugno.

Intervista a Laura Pugno

Perché realizzare una mappa della poesia italiana contemporanea?

Per dare una visione d’insieme, attraverso le immagini, di come la comunità viva che pensa e pratica, scrive e pubblica la poesia italiana contemporanea percepisce sé stessa, le sue protagoniste e i suoi protagonisti. E perché contemplando l’insieme, come accade osservando un paesaggio dall’alto di una montagna, si scorgono aspetti che sfuggono alla percezione di prossimità. E anche: perché non era mai stato fatto prima…Naturalmente, dare ragione di tutte le poete e i poeti italiani contemporanei sarebbe stato impossibile, abbiamo dovuto fare delle scelte, che sono state collettive e cercano di essere il più possibile inclusive.

Quali sono state le difficoltà incontrate?

Il percorso che ha portato alla Mappa immaginaria della poesia italiana contemporanea è stato lungo, ha richiesto tre anni di ricerche e ha coinvolto molti soggetti diversi. Tra le principali difficoltà direi: trovare un metodo, e potremmo dire anche creare un metodo che consentisse di portare a termine un’impresa di questo genere. Non arrendersi, non scoraggiarsi, continuare a cercare con determinazione, direi quasi con ostinazione chi desiderasse collaborare a quest’impresa, che attraversa discipline e linguaggi diversi, e richiede quindi la capacità di pensare attraverso e oltre il proprio specifico campo di interesse e di studio. E a questo elenco aggiungerei anche, comunicare con chiarezza a tutte le persone interessate, come non mi stanco di ripetere nel libro, che il progetto della Mappa non ha natura normativa ma descrittiva, vale a dire, non intende dare giudizi di valore, ma raccontare percezioni. Poi tra la percezione e la realtà, lo sappiamo, c’è un rapporto complesso, ma sappiamo anche che una percezione condivisa ha, e acquista, la forza di un dato di realtà. La Mappa, alla fine, sono in realtà molte Mappe, e anche questo è il bello: non c’è una lettura unica dei dati che ci troviamo davanti, ci sono letture diverse che è interessante incrociare e confrontare, per vedere cosa ne emerge.

Ci troviamo di fronte ad un progetto di analisi, raccolta di dati, di elaborazione che ha visto uno studio su diverse decine di poeti, quasi un centinaio. C’è il desiderio, quindi, di non isolare il singolo, ma di creare un, per così dire, insieme poetico, giusto?

L’idea che sta alla base di questo libro è descrivere come sia vista e letta, singolarmente e nel suo insieme, la poesia italiana contemporanea. E quindi come siano percepiti i poeti e le poete italiani attivi oggi, concentrandoci sulle generazioni che oggi hanno tra trenta e sessant’anni. Per rendere confrontabili queste percezioni le abbiamo incentrate su sette parametri, o categorie, o variabili: Affettività, Assertività, Conoscenza, Io, Mondo, Sperimentazione e Performance. Parole naturalmente polisemiche, ricche di sfumature, magari anche di ambiguità, ma che sono moneta corrente nel dibattito della poesia italiana oggi. E sempre per renderle confrontabili, queste percezioni, le abbiamo espresse in numeri, ma bisogna sempre tenere presente che i numeri qui sono un linguaggio e una sintesi, non altro.

Ottagono Poesia

Un’opera come questa, a quale pubblico intende rivolgersi? Non c’è il pericolo di fare sembrare la poesia più difficile e astrusa di quanto in realtà sia? Tiene conto che la poesia venga letta proprio da chi fa poesia? Che il pubblico della poesia sia ristretto ad una cerchia?

Il libro intende rivolgersi a studiosi, appassionati, studenti e anche semplici lettori e lettrici di poesia. Personalmente non credo affatto che la poesia in sé, o la poesia italiana contemporanea in particolare sia una materia astrusa. E in quanto al percorso del libro, il fine della mia introduzione, che racconta molto dettagliatamente il progetto in tutte le sue fasi, è proprio quello di rendere accessibile sia il quadro d’insieme che i singoli risultati. O almeno questo è il tentativo, questo è lo spirito con cui è stato scritto questo libro, e che ha animato oltre a me i tanti tra studiosi, analisti, infografici e artisti che hanno collaborato al progetto. Applicare metodi nuovi, sperimentare qualcosa che non era stato sperimentato prima, penso possa far avvicinare nuovi lettori alla poesia, piuttosto che allontanarli. Per altro, segnalo, come utile strumento complementare al libro, e per approfondire ulteriormente il discorso, il sito www.mappadellapoesia.it

Citando Giuliani: “È necessario che una poesia contemporanea esista”?

Potremmo rovesciare la domanda: tutto ciò che esiste ha una sua qualche, se non necessità, quantomeno causa. Ma se questa causa la interpretassimo come ragion d’essere, la risposta alla domanda potrebbe portarci a razionalizzazioni pericolose dell’esistente, che invece è sempre bello pensare di poter cambiare, e di essere in grado di farlo. Risponderò quindi, con le parole di Giacomo Leopardi, il più grande dei nostri poeti dell’Ottocento: sì, se è vera contemporanea poesia.

Pensa che l’editoria italiana sia aperta alla pubblicazione dei giovani poeti italiani?

Pur tenendo conto delle difficoltà che l’editoria di poesia incontra nel suo complesso, direi di sì. Oggi, grazie all’online, le possibilità per i giovani poeti e poete di mettere in luce il proprio talento, e quindi arrivare alla pubblicazione, sono molte. Più difficile, a mio avviso, durare nel tempo, libro dopo libro, rinnovandosi senza cadere nella maniera, ma è una questione che ci riguarda, tutti e ognuno di noi, a ogni generazione.

Crede che questo metodo possa essere imitato per mappare la poesia di altri Paesi?

Sicuramente sì, a dedicarvi tempo ed energia. E non solo la poesia, ma anche la prosa. O anche altre discipline artistiche diverse dalla letteratura, ad esempio le arti visive.

L’AUTRICE

Laura Pugno
Ph: Dino Ignani
Laura Pugno (Roma, 1970) è poeta e scrittrice. Collabora con L’Espresso e Le parole e le cose ed è tra i curatori della collana di poesia «I domani» dell’editore Aragno. Dal 2015 al 2020 ha diretto l’Istituto Italiano di Cultura di Madrid. Tra i suoi ultimi libri ricordiamo i romanzi La ragazza selvaggia (Marsilio, 2016; premio Campiello Selezione), Sirene (Einaudi, 2007; Marsilio, 2017) e La metà di bosco (Marsilio, 2018), il saggio In territorio selvaggio (nottetempo, 2018), l’Oracolo manuale per poete e poeti (Sonzogno, 2020; con Giulio Mozzi) e le raccolte di poesie L’alea (Giulio Perrone, 2019) e Noi (Amos, 2020; premio internazionale Franco Fortini).

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