Incroci, la poesia fatta a mano di Luca Picco | L’Altrove
Per una casa editrice dare alle stampe un nuovo libro è sempre un evento importante. Ma lo è soprattutto per chi i libri li fa letteralmente a mano, unendo le pagine con i fili, annodandoli, progettando la copertina ed ogni cosa minuziosamente.
È il caso di Luca Picco, che, un paio di anni fa, ha lanciato il suo personale progetto di poesia artigianale chiamato Incroci.
Fare poesia o pubblicare una nuova collana di poesia è una scelta coraggiosa, lo sappiamo bene, lo è ancora di più per chi, come Luca, lo fa in maniera autonoma, curando passo dopo passo l’intera costruzione del libro. Il libro non è più un oggetto col fine della vendita, ma diventa una vera e propria opera d’arte. Il fascino della rilegatura, in tempi tecnologi come questi, non viene meno e menomale.
Incroci rappresenta un vero e proprio bisogno di uscire dalle logiche del mercato editoriale. Col self-puplishing possiamo auto-pubblicare un libro nel giro di qualche giorno, anche le case editrici, ormai, ci mettono relativamente poco. I processi si sono automatizzati e i compiti estesi a più persone. Quello che muove Luca è la sola passione per la materia, per i binomi carta-libro e parola-poesia, ciò lo contraddistingue e ne fa un artigiano della poesia.
Lo abbiamo incontrato e gli abbiamo fatto qualche domanda relativa al suo Incroci e lui ci ha gentilmente risposto.
Grazie Luca. Com’è nato Incroci?
In tutta sincerità posso dire che il mio progetto nasce da un fallimento. O meglio dalla presa di coscienza di un fallimento, avvenuto in seguito ai numerosi dattiloscritti inviati a varie case editrici nel corso degli anni senza alcun riscontro. Da qui la consapevolezza di non essere pronto o per lo meno di non essere all’altezza di un panorama culturale italiano molto valido, attivo e variegato ma allo stesso tempo ristretto e con logiche che non sono riuscito a comprendere fino in fondo, soprattutto per un esordiente.
La volontà di perseguire la propria strada alla fine mi ha spinto a creare un progetto individuale e autonomo, facendomi carico di tutti i passaggi editoriali necessari per arrivare al prodotto finito.
Com’è “fare poesia a mano”?
Fare “poesia a mano” per me significa andare all’origine dell’etimologia del termine, dell’atto poetico e del mercato editoriale.
In pratica cogliere l’essenza di quello che il termine greco, da cui deriva la parola poesia, significa, ovvero “fare”, da poiein appunto, e cercare di concretizzare il processo creativo attraverso l’idea rinascimentale di artista che ha soprattutto connotati manuali e operativi anziché intellettuali. Artista inteso come artigiano.
Poiesis, come concetto filosofico, è appunto l’attività in cui una persona porta qualcosa in essere che prima non esisteva, è un atto creativo e per quel che mi riguarda comprende tanto la parola e le idee (le poesie) quanto la materia e il supporto (il libro).
Che sensazioni suscita rilegare un libro, comporre ogni pagina?
Un oggetto-libro pensato in questo modo nasce dalla volontà di esercitare la propria pazienza e la voglia di ritagliarsi il proprio tempo in un’epoca in cui questo processo è sempre più difficile cannibalizzati da input esterni sempre più pervasivi e dispersivi.
Ogni copia, delle 50 previste, è appunto unica e di conseguenza l’atto creativo non si esaurisce nel momento della scrittura ma avanza man mano che aumentano i passaggi e con essi, a dir la verità, anche le probabilità di errore, quasi che il demone titivillus, il demone che induceva all’errore gli antichi amanuensi, sia ancora lì a sabotare il lavoro.
Infine, fare poesia a mano significa rispettare i propri tempi di gestazione, produzione e limatura non solo delle parole ma anche delle fasi di assemblaggio del supporto materico.
Cosa ti ha spinto a fare poesia e a creare un tuo progetto di pubblicazione?
Scrivo per passione dagli anni del liceo ma non solo. Scrivere è diventato con il tempo il mio lavoro che viene declinato in più ambiti. Nella poesia, nella pubblicità, nella comunicazione sportiva e nella divulgazione scientifica.
Progetto Incroci è quindi prima di tutto un calderone di interessi di ambiti anche diversi ma che cerco di far convergere in una direzione inedita cercando connessioni e storie da raccontare. Da qui il nome Incroci, inteso come crocevia di interessi, che prende spunto dal termine inglese crossroads, il punto dove, secondo la leggenda, il diavolo è apparso al chitarrista Robert Johnson facendolo diventare uno dei più grandi bluesman della storia della musica.
È quindi un progetto personale di artigianalità editoriale: un progetto che si divide in più parti complementari e comprende un’attività di rilegatura, un blog e una newsletter. In poche parole editoria, divulgazione e comunicazione fatta “a mano”. Tutto ruota attorno al sito internet www.lucapicco.it dove una persona può leggere gli spunti del mio taccuino e iscriversi al bollettino poetico aperiodico.
Attraverso questo progetto e la collana specifica dedicata alla poesia, chiamata manoVerso, ho pubblicato nel 2018 “Verso Walden”, la mia prima raccolta di poesie stampata in sole 50 copie numerate, che è stata interamente autoprodotta, editata e rilegata a mano.
Come si pone il tuo progetto nel panorama editoriale italiano?
Sicuramente questo progetto non vuole avere l’arroganza di avvicinarsi, sostituirsi ma nemmeno pareggiare l’attività delle numerose case editrici e figure professionali che operano nel panorama editoriale italiano contemporaneo.
Infatti, man mano che procedevo con le varie fasi mi rendevo conto di quante professionalità differenti operino nel settore, ciascuna con le proprie caratteristiche peculiari per far fronte alle diverse operazioni, dalla creazione alla commercializzazione di un libro: correzione di bozze, grafica, impaginazione, stampa etc. E una volta completata la fase di produzione entra in gioco la fase commerciale in cui, anche in questo caso, servono nuove e differenti competenze di marketing, promozione, comunicazione e/o capacità di vendita diretta.
Dal mio punto di vista è la forma più estrema di self-publishing a cui, però, vanno tolti gli elementi più semplicistici del processo produttivo, affidato ai pochi click di qualche portale online. Di fatto il mio progetto è un self-publishing ma ogni elemento (dalla grafica di copertina alla scelta della carta per esempio) nel bene e nel male, in maniera più o meno riuscita, è opera mia. In questo modo cerco di ribaltare i connotati negativi del vanity press.
Se potessi scegliere un poeta, chi vorresti pubblicare? E perché?
Per come ha saputo rendere radicale ed estrema la propria scelta di vita e il proprio percorso poetico mi piacerebbe pubblicare una selezione personale di Emily Dickinson. Per la stessa ragione un poeta più contemporaneo che mi piacerebbe pubblicare è Valentino Zeichen.
Di seguito alcune poesie da Verso Walden
FINE
Luminosa si flette
una figura di betulla – esile –
un balzo di memoria
diffonde atmosfere da incubo, veleni
e tempeste di fuoco e ramati
tramonti e ripete
ode, controlla orizzonti: solchi
sicuri insicuri
miraggi di un cuore.
METROPOLI
Tra i palazzi spesso
la luce filtra – muta –
tra i vicoli umidi
la polvere danza
e occhi felini sondano quel vuoto
una lampada al neon
si contorce al suolo
massimo artificio.
SOGLIA
Ci sono giorni che rimangono sulla soglia
senza voler entrare
altri generano interferenze continue
con collassi di aggregati di neutroni: questi giorni
sono messaggeri di lontane galassie, onde
gravitazionali a scuotere il diaframma complesso
delle nostre vite
un polmone si espande, un tordo
saltella
e sono già esplose le stelle.
L’AUTORE
Luca Picco è nato a Udine nel 1981. Si è laureato in lettere e specializzato in Storia della Scienza a Firenze. Attualmente lavora come copywriter presso un’agenzia di comunicazione.
Alcune poesie inedite sono apparse sulle riviste online Poetarum Silva e Atelier Poesia; due articoli di divulgazione scientifica sulla rivista S&F, Scienza e Filosofia.
Attualmente scrive di sport e cultura per La Giornata Tipo e Overtimebasket. Cura “Incroci”, un progetto di artigianalità editoriale su www.lucapicco.it.
“Verso Walden”, la prima raccolta poetica, esce nel 2018 in cinquanta volumi unici, numerati e rilegati a mano, per una scelta di autoproduzione totale.