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Recensione: “Nuda” di Doris Bellomusto | L’Altrove

La silloge di Doris Bellomusto intitolata Nuda vuol mettere in rilievo una dimensione totalmente imperfetta. Un verso, un corpo: il suo essere impuro, stanco d’essere, una donna che declina la concezione di adeguarsi ad una società che teme le sbavature ed ingabbia.
È un inno alla caduta, al riposo, è un vaso perfetto che cade al suolo e si rompe in mille pezzi.

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Ed ecco il dramma in tutta la sua interezza: non potersi mostrare fragili, diversi, peculiari. Occorre marciare all’interno di uno schema sempre uguale e, quando questo confine viene oltrepassato, in solitudine serale, si diventa un “sentiero sconosciuto” anche per se stessi. Nella poesia pozzanghera che recita: “mescola/al sorriso il vitreo sospetto di non essere/nient’altro che nuvola, pulviscolo,/minuscolo miracolo/con nome proprio e codice fiscale”, c’è un invito ad essere qualcosa che vada oltre le stanche e sterili attribuzioni.
Donna, che viene assimilata alla natura nella sua fecondità, donna primitiva che scardina prepotentemente i canoni prestabiliti per lei. E poi c’è il riflesso implacabile del tempo che scava solchi nel corpo rendendosi sempre più palpabile “aspra duna del deserto/la pelle tira il traino del tempo”. In questa visione spazio temporale, s’incontrano nella stessa immagine giovani ed anziani nelle loro differenti movenze, nelle reali nudità corporee. Le ginocchia diventano “dolci mandorle al mattino/pietre dure al tramonto/nodi aggrovigliati e docili”. In questa osservazione, si vuol trovare una similitudine nella vicendevole stanchezza, una tenerezza sconosciuta, uno sguardo diverso scardinando tutto senza addolcirlo tanto da renderlo irrealistico. D’altronde lo scopo della poesia, talvolta, è anche questo: il risveglio delle percezioni e l’approdo sulla realtà. Ecco, il lettore di “Nuda”, riscoprirà, con questa silloge, che può essere se stesso in modo irruento senza perdere la sua bellezza primordiale ed insita, può sfidare la perfezione, mostrarsi finalmente nudo dai costrutti mentali ed accettare il corpo segnato dal tempo ma prezioso come un albero secolare.

Il lettore può urlare versi di libertà e, finalmente, abbracciarsi nella sua interezza. La percezione corporea diventa un albero genealogico dove ricercare le orme dei propri antenati dove la distanza diventa unità di misura del sentimento: “somigliare a mia madre/ è l’imprevisto azzardo/giocato dal mio tempo/nascosto nel suo sguardo./ Somigliare a mio padre/ è la promessa felice/strappata a questo amore ubriaco di allegria./ Somigliare a mio figlio/sarebbe adesso/un abuso indecente./l’amore si misura a distanza”.
Consigliato a chi vuole avere il coraggio di rompere gli schemi.

Alcune poesie tratte dalla raccolta Nuda

Una pozzanghera

Di sera ho gambe stanche
e negli occhi acqua e sale
la pelle è carta straccia
i capelli fili d’erba calpestata
divento un sentiero sconosciuto
e mi scopro attenta
al seno che annuncia luna nuova
al piede che chiede terra ferma
alla mandibola che tira la carrucola
dell’ansia trattenuta e mescola
al sorriso il vitreo sospetto di non essere
nient’altro che nuvola, pulviscolo, minuscolo miracolo
con nome proprio e codice fiscale.
Di sera ho pensieri di pietra e cemento
e in bocca l’aspro odore della pioggia divento una pozzanghera allegra
e aspetto il salto audace degli amanti.


Un cuore anfibio

Nascosta in una ruga
espongo al vento
la nuda trasparenza
di un cuore anfibio.
All’urlo nero del tempo
rispondo ridendo
dell’accento grave
che non so distinguere.
Acuto è il timbro
del mio riso amaro
arriva fino a dio
lontano lontano
Affido ad una ruga
la fuga dal mio tempio
io non ho cielo
conosco solo il limo.

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L’AUTRICE

Doris Bellomusto

Doris Bellomusto si è laureata in lettere classiche presso l’Università della Calabria, insegna materie letterarie presso il “Liceo G. Pascoli” di Barga, in provincia di Lucca, dove vive dal 2011. Non ha mai dimenticato né i suoi studi classici né le sue radici meridionali. Dalle sue inestinguibili nostalgie sono nate le raccolte di poesie “Come le rondini al cielo”, edizioni “Tracce”, pubblicata nel Marzo 2020; Fra l’Olimpo e il Sud, Poetica edizioni, Luglio 2021; Nuda, Ladolfi editore, Giugno 2022.

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