Estratti ed Inediti

Anteprima editoriale: “Il giardino di Sophia” di Sophia de Mello Breyner Andresen | L’Altrove

È in uscita il 5 maggio 2022, a cura e traduzione di Roberto Maggiani, con postfazione di Claudio Trognoni Il giardino di Sophia” di Sophia de Mello Breyner Andresen (Porto, 1919 – Lisbona, 2004) per Il ramo e la foglia Edizioni.

Ordinabile qui: https://www.ilramoelafogliaedizioni.it/libro.asp?ISBN=9791280223128

Il libro offre una selezione di poesie, con testo portoghese a fronte, tratte dalle quattordici raccolte poetiche di Sophia de Mello Breyner Andresen, pubblicate dal 1944 al 1997. Per Sophia l’atto poetico equivale a tracciare un cerchio intorno alle cose, dentro il quale il reale e il tempo rimangono sospesi, in tale sospensione il suo sguardo sembra riuscire a focalizzare un principio motore, alla luce del quale cesella versi ben calibrati e cosparsi di assonanze: in essi è innegabile il risplendere della più sublime poesia che travalica ogni contesto sociale, culturale e storico per farsi universale sentire di ogni persona. Un giardino scosceso davanti all’oceano o un frutto su una tavola rimandano alla stessa dimensione esistenziale e, insieme, concorrono a riportare la persona umana al suo centro, nel momento presente ed esatto della vita attuale in cui la verità sembra, per un attimo, brillare e con essa il mondo intero, pur rimanendo tuttavia velata e irraggiungibile, misteriosa. Per quanto nelle poesie di Sophia si avverta una sorta di tremolio esistenziale di fondo, vi è in esse una decisa volontà a mettere in evidenza gli scostamenti dalla giustizia sociale e dall’equità denunciando, talvolta a fior di metafora, la demagogia e il fariseismo che spesso trovano, nella società, la loro più immediata e dannosa affermazione.

Pubblichiamo in anteprima cinque poesie estratte dalla raccolta:

Às vezes julgo ver nos meus olhos
A promessa de outros seres
Que eu podia ter sido,
Se a vida tivesse sido outra.

Mas dessa fabulosa descoberta
Só me vem o terror e a mágoa
De me sentir sem forma, vaga e incerta
Como a água.

A volte credo di vedere nei miei occhi
La promessa di altri esseri
Che avrei potuto essere,
Se la vita fosse stata altra.

Ma da questa favolosa scoperta
Soltanto mi viene il terrore e il dispiacere
Di sentirmi senza forma, vaga e incerta
Come l’acqua.


O JARDIM

O jardim está brilhante e florido,
Sobre as ervas, entre as folhagens,
O vento passa, sonhador e distraído,
Peregrino de mil romagens.

É Maio ácido e multicolor,
Devorado pelo próprio ardor,
Que nesta clara tarde de cristal
Avança pelos caminhos
Até os fantásticos desalinhos
Do meu bem e do meu mal.

E no seu bailado levada
Pelo jardim deliro e divago,
Ora espreitando debruçada
Os jardins do fundo do lago,
Ora perdendo o meu olhar
Na indizível verdura
Das folhas novas e tenras
Onde eu queria saciar
A minha longa sede de frescura.

IL GIARDINO

Il giardino è brillante e fiorito,
Sulle erbe, tra i fogliami,
Il vento passa, sognatore e distratto,
Pellegrino di mille pellegrinaggi.

È maggio acre e multicolore,
Divorato dal proprio ardore,
Che in questa chiara sera di cristallo
Avanza attraverso i sentieri
Fino ai fantastici scompigli
Del mio bene e del mio male.

E portata nel suo balletto
Per il giardino deliro e divago,
Ora sbirciando curva
I giardini del fondo del lago,
Ora perdendo il mio sguardo
Nell’indicibile verzura
Delle foglie nuove e tenere
Dove vorrei saziare
La mia lunga sete di frescura.


QUANDO

Quando o meu corpo apodrecer e eu for morta
Continuará o jardim, o céu e o mar,
E como hoje igualmente hão-de bailar
As quatro estações à minha porta.

Outros em Abril passarão no pomar
Em que eu tantas vezes passei,
Haverá longos poentes sobre o mar,
Outros amarão as coisas que eu amei.

Será o mesmo brilho, a mesma festa,
Será o mesmo jardim à minha porta,
E os cabelos doirados da floresta,
Como se eu não estivesse morta.

QUANDO

Quando il mio corpo marcirà e io sarò morta
Continueranno il giardino, il cielo e il mare,
E come oggi ugualmente balleranno
Le quattro stagioni alla mia porta.

Altri in aprile passeranno nel frutteto
In cui tante volte sono passata,
Ci saranno lunghi ponenti sopra il mare,
Altri ameranno le cose che io ho amato.

Sarà lo stesso splendore, la stessa festa,
Sarà lo stesso giardino alla mia porta,
E i capelli dorati della foresta,
Come se io non fossi morta.


O SOLDADO MORTO

Os infinitos céus fitam seu rosto
Absoluto e cego
E a brisa agora beija a sua boca
Que nunca mais há-de beijar ninguém.

Tem as duas mãos côncavas ainda
De possessão, de impulso, de promessa.
Dos seus ombros desprende-se uma espera
Que dividida na tarde se dispersa.

E a luz, as horas, as colinas
São como pranto em volta do seu rosto
Porque ele foi jogado e foi perdido
E no céu passam aves repentinas.

IL SOLDATO MORTO

I cieli infiniti fissano il suo volto
Assoluto e cieco
E la brezza ora bacia la sua bocca
Che nessuno mai più bacerà.

Ha entrambe le mani ancora concave
Di possesso, di impulso, di promessa.
Dalle sue spalle si libera un’attesa
Che divisa nella sera si disperde.

E la luce, le ore, le colline
Sono come pianto attorno al suo volto
Perché egli è stato giocato ed è stato perduto
E nel cielo passano uccelli improvvisi.


EIS-ME

Eis-me
Tendo-me despido de todos os meus mantos
Tendo-me separado de adivinhos mágicos e deuses
Para ficar sozinha ante o silêncio
Ante o silêncio e o esplendor da tua face

Mas tu és de todos os ausentes o ausente
Nem o teu ombro me apoia nem a tua mão me toca
O meu coração desce a escada do tempo em que não moras
E o teu encontro
São planícies e planícies de silêncio

Escura é a noite
Escura e transparente
Mas o teu rosto está para além do tempo opaco
E eu não habito os jardins do teu silêncio
Porque tu és de todos os ausentes o ausente

ECCOMI

Eccomi
Essendomi spogliata di tutti i miei mantelli
Essendomi separata da indovini maghi e dèi
Per rimanere sola davanti al silenzio
Davanti al silenzio e allo splendore della tua faccia

Ma tu sei di tutti gli assenti l’assente
Né la tua spalla mi sostiene né la tua mano mi tocca
Il mio cuore scende la scala del tempo in cui non dimori
E il tuo incontro
Sono pianure e pianure di silenzio

Scura è la notte
Scura e trasparente
Ma il tuo volto sta al di là del tempo opaco
E io non abito i giardini del tuo silenzio
Perché tu sei di tutti gli assenti l’assente

L’AUTRICE

Sophia de Mello Breyner Andresen (Porto, 6 novembre 1919 – Lisbona, 2 luglio 2004) è stata una poetessa portoghese, tra i maggiori autori lusitani della storia della letteratura. Sin da giovane si oppose al regime di Salazar componendo poesie contro la dittatura. Si sposò nel 1946 con il giornalista Francisco Sousa Tavares con il quale ebbe cinque figli. La sua prima raccolta di versi è del 1944 ma fu nel 1964 che ottenne finalmente il successo per la raccolta poetica Livro Sexto e dopo la Rivoluzione dei garofani del 25 aprile 1974 fu eletta all’Assemblea costituente nella lista del Partito Socialista, ma lasciò presto la politica per tornare alla letteratura traducendo opere di Dante e Shakespeare. È autrice di racconti e di favole per bambini. Nel giugno 1999 ricevette a Salvador de Bahia il prestigioso Premio Camões.

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