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Recensione: “Sistemi” di Dimitri Milleri | L’Altrove

Sistemi, opera poetica di Dimitri Milleri, in cui la Vita è un pauroso pellegrinaggio dentro angosciose nebbie dai vitrei sguardi, dalle screpolate labbra e dalle scapigliate ciglia spaginate intonanti arcane nenie funebri, ma in particolar modo recitante alchemiche filastrocche saracene dalle mistiche melodie lessematico-vocali. Milleriane nebbie, ovvero albe asciuganti straziate lacrime carnalmente lacerate, emarginate dipartite ferroviarie carontee carezze partorienti gelidi ansimi, come nella poesia L’Alba (Riccardo Cocciante).

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Luoghi filosofico-meditative e cosmico-ancestrali, questi, popolati da gassose energie etico-sociali dai vogliosi risi pitturati con argentei voli liberatori etiche carceri, rosate emozioni dai mistici colori castani e ancestrali risurrezioni dal gitano cammino diffondente melodiche primavere stagionali, come nella poesia La rondine (Marco Bagnerini) e nella canzone Cervo a primavera (Riccardo Cocciante). Gassose energie milleriane, ovvero balsamici salmi biblici curanti blasfeme follie sociali, fumose esteticità psico- fisiche, depravate eticità economiche condannate e muti abbracci lapidario-mortiferi, come nelle poesie Morfeo (Simone Principe) e Cantico di un noto cantautore salentino insieme a Montserrat Caballé. Vita, ovvero finti requiem interiori sniffanti orgiastiche overdosi e partecipanti ad aspre gang bang bisessuali. Vita, quella milleriana, come micidiale fellatio affettiva affogante innocenti emozioni dentro viperine esteticità fondendo passionali emozioni amorose, con blasfeme carni vampiresche dalle labbra sputanti catramose e fangose parole colmo d’iroso odio etico-sociale. Amicale e affettiva fellatio orale in parole più semplici, quella milleriana, come folgorante elettrochoc mutante gli Uomini come inutili manichini economico-lavorativi, fastidiose melodie mistico-filosofiche, insignificanti bagliori sociali e vacui spiriti maleodoranti di poetiche osterie bolognesi affogate nel vino, come in Bologna (Francesco Guccini).

Vita, questa, che ben si apre a inedite letture sociali di altri poeti a lui affini. Vita in prima battuta, come simbolo dell’attuale Società animata da intime parole giudicatrici e razziste colme di melmose eticità morali, fraterne socialità invidiose e depravate sessualità erotiche dai falsi telematici orgasmi da social network come nelle poesie Casino-Voci di corridoio-Messenger (Clelia Moscariello). Vita in seconda battuta, come intensa e primaverile stagione esistenziale, che, ci fa meditare su noi stessi come astratte energie cosmico-ancestrali, luminose riminiscenze puerili e mandorlee lattee lenzuola lasciate ad asciugare nel ventre del salentino, come nelle canzoni Il Mestiere di Vivere-Era casa mia. Vita in terza battuta, come bellici e interiori pianti interiormente tremolanti, umani sguardi eternamente affogati, false fratellanze socialmente derise e universali parole pacificatorie sessualmente stuprate, ovvero disumani stragi mutanti lacrime in gitani venti oceanicamente zingareschi, come nelle poesie-fole La guerra di Piero e Khorakhané (Fabrizio De André). Oceanici venti gitani, come vomiti donanti purezze, onestà, compassioni e uguaglianze nelle braccia della Morte, come in Smisurata preghiera (Fabrizio De André). Vita in terza battuta, come commovente pellegrinaggio pellicola cinematografica emanante nostalgiche parole immensamente magnifiche dalla dionisiache melodie profumate con balsamici, calmi, purpurei e imperturbabili pleniluni lunari come nella poesia-canzone Una luce nella notte (Antonio Cerquarelli). Vita in quarta battuta, come sane adolescenze stritolate fra vagabonde ebbrezze sociali, bruciate drogate vite drogate, ferroviarie lacrime carnalmente arrugginite, meretrice sessualità minorili, precarie stabilità lavorative, zingaresche elemosine economiche ed estreme fanciullezze mutanti galileane-leopardiane notti stellari sotto forma di demoniache, stupranti, criminali e mannare oscurità socio-esistenziali, come nelle poesie Termini, stazione (Marco Bagnerini) e La veglia dei ragazzi (Iuri Lombardi). Vita in quinta battuta, come estreme ideologie destroidi animate da mortali xenofobie e omofobie contro omosessuali, lesbiche e bisessuali perché concepiti come infettanti carni psico-sociali, ma in particolar modo animate da feroci aggressioni fisiche nei confronti di transessuali senza capire come essi simboleggino la perfetta evoluzione antropologica della donna, come illustrato dall’inizio alla fine nella raccolta poetica Dolore minimo di Giovanna Cristina Vivinetto. Vita in quinta battuta, come costituzionale-legislativo rispetto assoluto integrale della Persona senza distinzioni sessuali, ideologico-culturali, sociali e confessionali come illustrato dall’Articolo numero 3 della Costituzione della Repubblica Italiana. Vita infine quella di Sistemi come analitico sguardo pasoliniano anatomizzante l’arcano ignoto, per partorire l’inedito ignoto mistico terreno-filosofico in chiave esistenziale e psico-sociale.

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Alcune poesie da Sistemi (Interno Poesia, 2020):

Sempre ho lodata la tua cattiveria

Sempre ho lodata la tua cattiveria
come un’idea di giustizia, un’idillio serio
un’antiadolescenza, una domanda.

Il tuo talento
per sminuire gli uomini e te stessa
che ti fa arcigna e stupida come
me, ma più bella.

Le vede fatta di materia. Tutta

Le vede fatta di materia. Tutta
E non manca di nulla.
Neanche così.


Succede sempre nel silenzio di garage

Succede sempre nel silenzio di garage
o scantinati, così che non grattino
sugli occhi le cause sterrate,
le salme radicali.

Sparisse almeno l’endocarpo, la certezza
che prima o poi qualcosa regge il colpo,
piega la vanga a morte, ci dispiega
la cartolina cifrata.

A cura di Stefano Bardi.

L’AUTORE

Dimitri Milleri

Dimitri Milleri, poeta e chitarrista, è nato a Bibbiena nel 1995. Per la poesia ha pubblicato Frammenti Fragili, Rocco Carabba Edizioni, Lanciano, 2017 e Sistemi, Interno Poesia, Latiano, 2020. Sue poesie sono presenti nelle antologie Poeti nati negli anni ‘80 e ‘90, Interno Poesia, Latiano, 2019, Abitare la parola, Ladolfi, Borgomanero, 2019, lit-blog e siti web vari. Ha inoltre collaborato, con i compositori Andrea Gerratana e Riccardo Perugini.

La foto del poeta è pubblicata con il suo permesso.

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