Estratto da “Mezze stagioni” di Beatrice Zerbini | L’Altrove
Il nascondino
Che pena il cuore a implodere
giù dalle rampe,
tra le cantine;
stralunare le orbite
all’incorrotta assenza,
all’attesa
di potere
non essere mai più
per nessuno.
E che male, alla fine,
lo sconcerto,
seppur certo,
del venire ritrovata;
il corpo esuberare
e patire
di essere visibile,
di nuovo, e così
perdere il gioco.
L’associato – l’altro
da me –
sollevava la testa
dalla conta e vedeva:
era un’altra volta
sbocciare al mondo,
nello squarcio
del suo sguardo,
dalla mia barricata,
spogliata,
alla fine, come tutti:
dai muri, dagli stipiti, dai tronchi
degli alberi,
dalle ruote delle macchine in cortile,
dal fresco
del sottoscala;
dovere correre
fino al muro
per la grazia e il rifugio
e gridare già ad un metro
tana,
tana libera tutti,
come ad essere
una scampata moribonda a prendermi
l’ultima offerta
per l’eternità.
Sferza fino al rosso
vivo, l’epilogo dei blu:
del cielo, del mare, degli occhi,
fa’ coltre, fa’ sonno, fa’
tu;
poi sbianca, depriva, smungi,
fai torpidi
i giardini dei circoli;
finiscici,
in fuga dai tendoni burrascosi;
chiudici
dentro alle vetrine dei bar,
a scampare il disastro di un metro;
prendi
i bambini da dietro
i cancelli di scuola,
lascia
che s’infanghino i garretti,
sporca, raffredda, zittisci.
Piovi, ingrigisci, sciogli
le foglie sotto alle suole;
strappa di venti per strada
il velo alle suore.
Ridi nel mosto,
mettici
i frutti nei piatti;
sii autunno, senza
vergogna, tripudio
di niente, preludio
al finire; per quanto
difetti
di gemme, sii
perfettamente autunno.
Qualcuno ti amerà pure,
senza che sbocci,
senza che splendi,
senza che inverdi,
senza tu dia,
ché tutto prendi;
lo avrai un fiorire tuo
che non ti vedo io,
la tua
stagione degli amori, in te,
come anche il morire dovrà pure
da qualche parte
cominciare.
Che sia come a casa;
siano ben chiuse le finestre, senza spifferi, che non entrino i freddi degli altri universi, non si disperda il calore del nostro;
sia come a casa;
sia tutto raccolto, compatto e forte, ma senza pesare: disteso e tiepido; sia luminoso, senza accecare e sia sulle gambe che abbiamo e con i polmoni buoni;
sia placido e lungo come il respiro del sonno, sia però ben sveglio su ciò che abbiamo;
sia casa;
non debba domandarsi niente, chiedere chi manca; abbia le risposte che non fanno paura, bicchieri giusti e per tutti (e che siano mezzi pieni);
abbia gli occhi asciutti, ma languidi di fiducia; sia con gli occhi negli occhi di chi amiamo; abbia gli occhi,
attenzione,
cura;
sia Natale, per tutti noi;
sia la fine dei nostri viaggi che feriscono i piedi;
tornare a casa.
La primavera è tornata,
ti scommette sulle mie iridi,
ti chiama dietro ai miei incisivi,
va a tentoni sulle braccia,
sfiora i muscoli doloranti,
senza strette;
vuole l’ombra del tuo naso;
nel tarassaco risplende,
tutta giallo-sole e
tuoi capelli;
la primavera soffia:
è il nome;
fra le primule,
perlustra il tuo amore scontato,
ma è cercare un inverno.
L’AUTRICE
Beatrice Zerbini è nata il 17 gennaio 1983 a Bologna, città che le ha permesso, già̀ dal 1987, di dedicarsi allo studio del ritmo e della parola, grazie al celebre coro, diretto da Mariele Ventre, di cui ha fatto parte. A otto anni, ha iniziato ad avvicinarsi alla lettura e alla scrittura di poesie.
Nel 2006, ha aperto la pagina online di racconti tragicomici, e di poesie “In comode rate”, ma solo nel 2019, incoraggiata dai riconoscimenti da parte di alcuni critici, ha cercato e ottenuto la pubblicazione. In comode rate. Poesie d’amore (edito da Interno Poesia) è la sua opera prima in versi, ad oggi alla IV ristampa.
Testi e recensioni della raccolta sono comparsi in importanti riviste poetiche (tra cui Poesia di Crocetti, Atelier Poesia, Centro Culturale Tina Modotti) e in trasmissioni radiofoniche e televisive (Tv7 – Rai Uno, il Sabbatico – Rai News 24, Fahrenheit – Rai Radio 3). È stata ospite di diversi Festival, tra cui il PoesiaFestival 2020, presentata dal Prof. Alberto Bertoni.
A giugno 2021 è uscito il libro Mezze Stagioni, una piccola raccolta di prose e suggestioni poetiche (per la collana Piccole Gigantesche Cose della casa editrice AnimaMundi Otranto). Dall’inizio del 2020, sta inoltre dedicandosi ad un progetto a sostegno delle famiglie dei malati di Alzheimer, diventato, nella primavera di quest’anno, anche uno spettacolo teatrale di musica e poesia, realizzato insieme alla pianista, compositrice e direttrice d’orchestra Alicia Galli e portato in diverse piazze del territorio emiliano-romagnolo.