Riscoprire i poeti

Poesie scelte di Sibilla Aleramo | L’Altrove

C’è silenzio, e tepore,
in questa romita stanza ov’io ti attendo,
e una purpurea rosa,
già stanca, sul ciglio di languire,
anch’essa ansiosa del tuo bruno sguardo,
così tenera è l’ora
ch’io mi trasmuto in taciturna grazia,
mite rosa,
tepore sulle tue palpebre, carezza d’ombra.


Le mie mani,
ricordando che tu le trovasti belle,
io accorata le bacio,
mani, tu dicesti,
a scrivere condannate crudelmente,
mani fatte per più dolci opere,
per carezze lunghe,
dicesti, e fra le tue le tenevi
leggere tremanti,
or ricordando te
lontano
che le mani soltanto mi baciasti,
io la mia bocca piano accarezzo.


Gaudio l’amarti,
illimitato gaudio
credere al riso dei tuoi occhi,

e vertigine ancora
la certezza d’esser da te cantata,
oh più tardi, negli anni non più miei,

or che tremare la vita sento
sul ciglio estremo…


Stupore supremo,
se talora in cuore
stanchezza del vivere mi tenta,

tacitamente, Terra,
dall’eterno tuo incanto esser toccata,

e nella luce bionda
alberi scorgere, salienti inni,
e onde e rupi ed erbe
gemmee nell’etere sospese,

stupore supremo
poter improvvisa nel pianto
ancora dal tuo incanto
tacitamente esser toccata, Terra.


Guardo i miei occhi cavi d’ombra
e i solchi sottili sulle mie tempie,
guardo, e sei tu, mio povero stanco volto,
così a lungo battuto dal tempo?
Mi grava l’ombra d’un occulto sogno.
Ah, che un ultimo fiore in me s’esprima!
Come un’opaca pietra
non voglio morire fasciata di tenebra,
ma d’un tratto, dalla radice fonda,
alzare un canto alla ultima mia sera.

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