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Giovani Poeti

Giovani Poeti: Lorenzo Mele

Il nostro spazio dedicato ai giovani poeti si arricchisce sempre di più. Ci state scrivendo in tanti e questo ci fa molto piacere. Iniziamo bene la settimana presentandovi Lorenzo Mele.
Lorenzo ha poco più di vent’anni e abita in provincia di Lecce. Ha pubblicato da pochissimo la sua prima raccolta di poesie dal titolo Tu mi abbandoni per Entropia Edizioni.

Gli abbiamo fatto alcune domande, ecco come ci ha risposto.

Anzitutto ti ringraziamo. Quando hai iniziato a scrivere?

Ho iniziato a scrivere un po’ per caso, a volte lo facevo e non me ne rendevo nemmeno conto. Ricordo che ero molto piccolo, facevo ancora le medie. Ho cominciato a scrivere canzoni a 12 anni, ma non le cantavo e lasciavo l’onere a mia sorella. Poi ho capito che le mie non erano vere e proprie canzoni, e che somigliavano molto alla poesia, così ho cominciato a seguire quella strada con più consapevolezza.

Perché hai preferito la poesia alla prosa?

Preferisco la poesia alla prosa perchè sin da bambino adoravo la magia, e quindi le streghe e i maghi con i loro incantesimi e sortilegi.
Sembrerà buffo, ma la poesia ha la stessa forma e struttura di un incantesimo o di una preghiera, quindi scriverla mi fa sentire “magico”.

Ti sei mai ispirato a qualcuno? Se è sì, a chi?

Credo che il mio primo maestro sia stato Luciano Ligabue, lui
mi ha insegnato tanto senza che io me ne accorgessi. La sua poetica mi somiglia tantissimo, o perlomeno mi somigliava. Adesso sono cambiato. Poi mi ha aiutato anche Ungaretti, Baudelaire, Merini e anche un po’ Pavese.

Wislawa Szymborska disse: “La poesia – ma cos’è mai la poesia? Più d’ una risposta incerta è stata già data in proposito. Ma io non lo so, non lo so e mi aggrappo a questo come alla salvezza di un corrimano”. Cos’è per te la poesia?

Condivido a pieno il pensiero di Szymborska. La poesia mi ha aiutato a sfuggire dalla realtà che vivo tutti i giorni e di avvicinarmi alla mia. Non lo so quale sia il suo senso, credo che non abbia un senso. Sicuramente però ha dato un senso a me, di questo ne sono più che certo.

Di seguito le sue poesie.

Il silenzio

È ovunque,
sulla sedia rotta,
sul davanzale,
tra le lenzuola disfatte
che hanno visto l’amore.
Risiede nell’anima e l’ombra
– sulla polvere –
È il canto di un ciclamino,
l’urlo dannato e flebile
di chi non ha voce.


A mia madre

Avessi conosciuto
le lacrime che ho versato
ti saresti accorta
che in fondo
erano simili alle tue
tu che dici di amarmi
e non conosci amore
ma di tutto quello
che non c’è stato
resta soltanto
la nota stonata di un pianoforte
ed un silenzio vuoto
passato ad aspettarsi


In viaggio

Mi chiedi se sono in viaggio:
io ti dico che sono fuori di me
e che viaggio senza bagaglio.
Mi lascio
e chiudo a chiave la porta.
Non sono il mio corpo,
non so tenermi.
Se non mi trovi
sappi che non sono qui,
Sono ovunque ma altrove.
Sono astratto, sono astrazione.

Potete seguire Lorenzo su Instagram.

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