Estratti ed Inediti

Estratto da “Kolektivne Nseae” di Ivan Pozzoni | L’Altrove

HYPERVERSI

Domandandoci, con candore, cosa ci sia accaduto di tanto strano
da farci rimanere, entrambi, a sacrificar fondi d’intonaco,
chiamandoci in ufficio, a mezzanotte d’un venerdì sera,
ci ritroviamo, all’erta, irti d’aculei erti
sulla bocca del cannone e dello stomaco.

Perversi, siamo, attenti a non cadere nella rete di astuti bracconieri,
intenti a non finire in rete senza desiderio d’esser cannonieri
di razza, marchiati da 2 m, miseria e malattia,
muovendoci, a destra, manca alternativa, come centenari,
come farfalle cieche incontro a riarsi lucernari.

Più che sadici, siamo masochisti,
rifiutando vite consumate all’aria rincorrendo tonici ciclisti,
senza ardimento alcuno d’urlarci, in interfaccia,
che il futuro ci riservi cartastraccia,
imballata in bende di Linux
come vecchi faraoni tumulati coi nervi,
snervi, d’acciaio inox.

Stemo atenti.
A pagar no te impressar
che pol darse l›acidente,
che non ti paghi niente.


SIAMO TIGRI DI CARTA

L’una di notte non suona mai così spontanea
dalle mie mani dense di ragadi non battono doloranti filastrocche,
da anni, oramai, sono vittima collaterale di una metrica troppo risoluta
schiava di no Tav, no Vax, no tax, no fly zone,
i miei acidi gastrici carburano con tonnellate di Pantoprazolo
con la digestione impedita da uno stomaco butterato dai buchi del vaiolo.

Responsabili e irresponsabili allo stesso momento
rogitiamo case come se dovessimo vivere in eterno,
non ci fidiamo a essere padri o madri e, con nonchalance,
adottiamo amori destinati a non sopravvivere un decennio
non vediamo l’ora, dopo una giornata, che il destino ci scodinzoli alla porta
e non ci rendiamo conto, allo specchio, di barattarci con tigri di carta.

Pure va tutto bene e non c’è niente che funziona,
attento alle calorie in eccesso, col contapassi da asino da soma,
bulimizzo ogni sentimento, enigmatico come la sfinge di Chefren,
nessuno saprà mai se sono pago o sto a tre metri dall’overdose d’En,
ubiquo nell’arena, sotto il drappo rosso, bovino dall’aspetto esangue,
non si capisce se sono qui o vorrei stare ovunque.


ROGITO ERGO SUM

Preda di un brutale scollamento tra Bund e BTP,
senza che ci tragga in salvo alcun modello CCCP,
la nuova parola d’ordine è investire sul mattone
che con il crollo delle borse inter-stellari ogni risparmio è un’illusione.

Se la banca ci concede un mutuo bisogna levare alti i nostri tedeum
e scaraventarci a scegliere tra un parquet o un linoleum,
nascono, come funghi, agenzie immobiliari ogni due m²,
immobiliaristi dall’occhio bovino che ci costringono a diventar mezzadri,
decerebrandoci in attività tipo il misurare una chaise longue,
con i neuroni ancorati a Malta come le navi di una Ong.

Lo Stato feudatario c’accorda lo ius primae casae
nuovi acquisti e ristrutturazioni sono adito d’ukase,
chi riesce, a fatica, a svincolarsi dal contratto d’affittanza
è bandito dalle liste del reddito di cittadinanza,
e avrà l’onore di finire a fare il barbone
con il culo sul divano davanti alla televisione.

Monolocale, cantina, bilocale, box, trilocale
cantori, senza ascensore, abituati a far le scale,
cerchiamo, allucinati, di non finire in uno slum,
al grido unanime di rogito ergo sum.


EZRA POUND

La città non muore mai, avvolta in un alone di fuoco,
nemmeno se la coprono di cavalli di frisia,
non serve neanche riempirla di portoni taglia-fuoco,
la città è sola, si scioglie facilmente in un barattolo di magnesia.

Siamo tutti soli, siamo tutti fatti a pezzetti
i palazzi continuano a farci da cellophane
la solitudine ci impedisce di far progetti
proiettati come Prost in una mortifera chicane.

Le relazioni durano un tanto al metro
amore, amore, sì, ma con criterio
tutti morti, tutti alla Porta di San Pietro
con una scientifica vocazione al martirio.
È la Festa del Lavoro, dignità umana
si va avanti a raccomandati e figli di puttana,
tutti, depressi, ad attendere il Recovery Fund,
e finiremo con Mussolini a stringer la mano a Ezra Pound.


L’AUTORE

Ivan Pozzoni è nato a Monza nel 1976; si è laureato in Giurisprudenza con una tesi sul filosofo Mario Calderoni. Si è occupato, a livello accademico di: filosofia del diritto, teoria del diritto, epistemologia e storia delle scienze, estetica, etica, teologia, sociologia dell’arte, storiografia filosofica, storiografia della letteratura, critica letteraria, sociologia, psicologia, psichiatria forense e medicina legale. Ha collaborato con numerose riviste italiane e internazionali. Ha fondato una quindicina di case editrici socialiste autogestite. Ha
scritto/curato 150 volumi, scritto 1000 saggi, fondato un movimento d’avanguardia e scritto numerosi libri e varie raccolte di poesia.

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