Giovani Poeti

Giovani poeti: Manuel Lantignotti | L’Altrove

La poesia non cerca seguaci, ma amanti. Il motto che rinnoviamo ogni qual volta che proponiamo a voi un giovane autore.

Vi presentiamo, quindi, Manuel Lantignotti.
Milanese di nascita, Manuel è del 1994. Appassionato di teatro e poesia ha iniziato a recitare all’interno di una compagnia di Garbagnate Milanese con cui lavora tutt’ora. Attualmente sta lavorando alla sua prima silloge dal titolo Cronache dal tempo corrotto.

Come facciamo sempre, avviamo fatto a Manuel alcune domande per conoscerlo meglio.

Anzitutto ti ringraziamo. Perché, secondo te, si dice sempre che la poesia salva?

Potrei dire che la poesia salva la vita perché ci permette di esprimere ciò che normalmente non riusciamo a tirare fuori, come una seduta di terapia, ma é molto più complesso di così. La poesia ha il potere di prendere la ferita dentro ognuno di noi e trasformarla in speranza, non solo per chi scrive, ma anche per chi legge. Quello che cerco quando leggo o scrivo poesia, é la sensazione di aver trovato un nuovo modo per superare il trauma, un modo condiviso per farlo e nello spazio di pochi versi. É una finestra sull’altro, che in fondo é una nuova prospettiva di noi stessi, un salto nel buio e nel mistero delle cose.

La poesia ti ha salvato? Quando e perché hai iniziato a scrivere?

Riprendendo la domanda precedente, senza ombra di dubbio la poesia mi ha salvato. Ha permesso di elaborare quello che non comprendevo. Scrivere e usare la poesia come medium, dà la possibilità di rimaneggiare le parole con cura quasi maniacale, al punto che il concetto che inizialmente non riuscivi ad esprimere, diventa così preciso da non poter essere enunciato diversamente. E in questo modo lo si é fissato per sempre, un luogo confortevole a cui tornare.

Ho cominciato a scrivere nel 2015 poesie d’amore e componimenti dettati dalla rabbia del periodo; sicuramente niente di eccezionale, amavo il fatto di poter esprimere tutto in poche righe. Era una valvola di sfogo potentissima che con il tempo ho imparato a trattare con maggiore complessità e che ora ha assunto una nuova valenza.

Chi sono quelli che consideri i tuoi maestri?

Eugenio Montale, Giuseppe Ungaretti e Franco Loi.

Tre motivi per cui un ragazzo o una ragazza dovrebbe scrivere o leggere poesia.

Il primo é poter dare forma al tumulto che si ha dentro e poterlo comprendere. Il secondo é che offre la possibilità di sentirsi vicino alla bellezza e al fascino del mondo che ci circonda, una connessione che somiglia a quella tra uomo e natura. Il terzo é la dolce nostalgia in cui ti lascia navigare; frammenti e parole di quello che hai vissuto.

E sei nel profondo.

Di seguito le sue poesie:

Ascolta il vento, mormora.

Dopo saremo di nuovo insieme,
ripeteremo la lezione per strada;
un’eterna mattina
in un giorno di scuola.

Arriverà l’addio,
stringerò gli occhi per il troppo sole;
come dirti che non è per sempre?


Ho cercato e tra le pieghe dei ricordi
luce asettica: il ripostiglio del negozio,
oltre il corridoio, porte in esposizione,
oggetti inutilizzati, manichini nudi.

Andavamo ad aspettare gli adulti
che finissero di conversare,
una puntata di Art Attack
e chissà se anche noi parlavamo;

forse era tutto come ora,
non crediamo di averne bisogno,
ci basta stare in silenzio al riparo
tra i sottintesi delle canzoni
e nella stanza accanto sentire
che pensano a tutto i più grandi.


Uno sguardo
rivolto all’impossibile
aldilà della spiaggia, una casa.

Lì esiste e attende
ciò che non dico.

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