Giovani Poeti

Giovani poeti: Francesca Mari | L’Altrove

Una giovanissima autrice entra a far parte dei nostri Giovani poeti. Si tratta di Francesca Mari.

Francesca ha diciotto anni, vive a ha vinto dei concorsi letterari, alcune sue poesie sono comparse nelle antologie L’Italia s’è desta (Alise Editore), Prima e dopo (Infinito Edizioni) e Vicini e lontani (Infinito Edizioni).

Per conoscerla meglio, le abbiamo fatto alcune domande e lei ci ha gentilmente risposto.

Grazie Francesca. Com’è avvenuto il tuo incontro con la poesia?

È iniziato tutto quando avevo dieci anni circa, era un periodo buio ero bullizzata e stavo affrontando diverse difficoltà. Una di quelle sere ho preso in mano una penna e ho scritto la mia prima poesia. Possiamo dire che è iniziato tutto quando alle medie ho scoperto la letteratura e me ne sono innamorata.

Cosa provi mentre scrivi?

Mi sento me stessa. È come se fossi in mezzo alla natura sotto una grande quercia ad ascoltare il suono degli uccelli e sentire il flusso del fiume accanto. Sento emozioni surreali, mi sento come sulle nuvole in grado di volare, sono felice quando scrivo.

“L’animo di un poeta è un solitario grido di verità”, scrisse Ko Un. Credi che la poesia serva a dire il vero?

Secondo me la poesia può solo dire la verità, l’uomo è in grado di fingere e di raccontare bugie, ma per iscritto tutto diventa più semplice. Quel pezzo di carta pieno d’inchiostro diventa il migliore amico o una madre a cui non si può mentire. Credo che il ruolo della poesia sia proprio quello di dire la verità, raccontare ciò che non si riesce a dire con altre forme.

C’è una poesia che porti sempre con te?

Una delle poesie che più sento parte di me è “X Agosto” del poeta Giovanni Pascoli. È stata una delle prime poesie che ho studiato alle medie, una di quelle che ti rimangono dentro. La sofferenza di un uomo senza un padre è indescrivibile eppure è una condizione di solitudine troppo comuni tra gli uomini.

Di seguito alcuni suoi testi.

Il cielo mi abbraccia

Il cielo piange
oggi
non sorride più
quelle risate dolci
come un arcobaleno di carta
appena disegnato
ma bagnato da lacrime del viso.
Ora vedo, apro le tende
e un segno nel cielo
la sua firma d’inchiostro:
“Non sei sola”.
Ecco il simbolo di quel semplice
Arcobaleno,
è un abbraccio alle anime
sommerse
come
me.


Città di colori

Colori, colori per le vie
di chi sa ascoltare
le vite di coloro che
camminano senza pensarci,
tante sfumature unite
nell’arcobaleno e
in tasca un piccolo
pennello per dipingere
la città capolavoro.


I sogni sono come i bambini

Non rincorrere mai
I tuoi sogni
non li portate mai al
guinzaglio
piuttosto prendili per
mano
insegna loro a crescere
e adulti diventare.

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