Nella poesia di Pietro Edoardo Mallegni, Anedonia (o i piaceri scomparsi) si disvela come un lamento lirico e visionario, in bilico tra confessione esistenziale e allucinazione simbolica. L’autore costruisce un paesaggio interiore dove i ricordi affiorano come relitti, e la realtà si dissolve in immagini sospese tra il sogno e la rovina. La voce poetica abita la propria fragilità, attraversando il dolore, la colpa, l’eredità affettiva e la glossofobia del vivere, in una lingua densa, screziata, spesso onirica. Con riferimenti che oscillano tra l’infanzia perduta e l’apocalisse del presente, Mallegni compone un requiem per un mondo svuotato di poesia, lasciando come lascito una voce spezzata ma irriducibile.
Ecco alcune poesie della raccolta pubblicata da Nerolatte Edizioni:
Disseppelliti dal cuore, riemergono legni che curvano
i ricordi come fossero piogge o meteore,
i nostri giorni si rifilano come pigri bambini
e si fanno impronta di insetti, gatti e volpi.
Mestizia di soffitti e ritorni turchini,
questo brama la geografia del sonno
e una divina ubriachezza si disfa di altre storie,
storie di piccole cose dimenticate
che sono pappagalli sulle spalle
di questi figli di legno.
Credimi, ancora, sciupata innocenza
la bugia è un unico frutto acerbo e
fingo sia l’incrinato interno di balena
questa silente estate del mondo.
Si è coricato su di me il rimorso,
come un campo di grano assonnato
abitato solo dall’indicibile e dal silenzio,
elargisce confini e neri arbusti
e incastra Dio tra le tartarughe,
come un tranello di spiagge e nuvole,
edificato sulle impronte di marmi e cieli.
I giorni sono caldi palazzi per alterchi
che ridestano le mie impossibilità
e l’ambizione di sopravvivenza,
si sveglia, ancora, l’insaziabile innamorarsi
dei miei inesaudibili desideri.
È un mondo orribile quello che ti lascio,
privo di poeti e sognatori, becero e crudele,
educato a soffocarti,
mutevole, solo per tornare se stesso,
implacabile persino con la polvere.
Trova un incavo lontano,
dove regna il buio e il silenzio,
ma non indugiare, dillo alla tua prole,
la colpa profonda, insopportabile,
di aver perso in partenza,
condannare a vita a un accettabile dolore.
Non ho che questo da lasciarti,
oltre la glossofobia, il mio respiro diverso,
l’amore e un suo remoto storpio senso.
Io sono le mie stanze, giallo cadmio di vernice
che rifrigge e non asciuga mai sulle pareti,
tramonti di plastica dove fluttuano arance meduse
e ventri molli.
Io sono gli altri, una mano gommagutta argentea,
comparsa nelle oscurità di eliotropi,
che strappa i miei superflui connotati
e rende ogni sogno un’istantanea del vuoto.
La mia barca e il deserto: un paradiso
che farebbe bene a muoversi,
costringendo la finzione di sé ai grilli.
Amarmi: come l’aderire di uno stomaco
ad un uovo sodo appena ingerito,
sogni che crescono solo lontani.
Dimoro nella mia malattia:
sono inferno, alloggia Caina
sulle mie spalle, limpido abisso
e tragedia di me.
Non è mai protagonista il mio nome
in queste pagine febbrili,
nessuno mi canta e rimango più
grande solo di un tramonto.
L’AUTORE
Pietro Edoardo Mallegni è nato a Carrara nel 1995. Fin da piccolo nutre due grandi passioni: la cucina e la scrittura, amori che lo porteranno a intraprendere professionalmente la strada del cuoco e più marginalmente quella dell’appassionato scrittore di poesie. Nel 2013 ha pubblicato con la casa editrice “Marco del Bucchia” la sua prima raccolta:“Il dedalo in me”, e vince il premio “Michele Mazzella” con l’atto unico “Geshua e il crollo dell’io”, nel 2015 pubblica “Il Dio Dada” e si avvicina al movimento poetico-artistico italiano “Dinanimismo” guidato e fondato da Zairo Ferrante. Dopo la maturità viaggia molto per lavoro e nel 2017, diventa padre, così decide di tornare a vivere nella sua città , Massa, con la sua famiglia. Negli ultimi anni suoi vari testi vengono pubblicati su diverse testate giornalistiche online, tradotti in varie lingue tra cui inglese, francese, spagnolo, arabo e cinese. Pubblica nel 2023 “Profumo di liquirizia” (RPlibri) e a inizio 2025 una serie di sue poesie sono state tradotte e pubblicate in lingua rumena con la plaquette “Între soare și singurătate” (Editura Cosmopoli). La sua ultima raccolta si intitola “Anedonia (o i piaceri scomparsi).” pubblicata con la “Nerolatte Edizioni”. Attualmente lavora come cuoco a Viareggio.