Non era previsto che sopravvivessimo

Non era previsto che sopravivessimo: Maria di Francia | L’Altrove

Maria di Francia, una delle figure più enigmatiche e affascinanti della letteratura medievale, rappresenta un punto di riferimento cruciale per lo studio della poesia cortese e della tradizione narrativa in lingua volgare. La sua opera, composta principalmente dai celebri Lais, offre una finestra unica sulla cultura, i valori e le dinamiche sociali del XII secolo. Questo saggio si propone di analizzare in maniera critica e dettagliata la vita e la poesia di Maria di Francia, con particolare attenzione al contesto storico, alle innovazioni stilistiche e ai temi ricorrenti nella sua produzione letteraria.

La Vita di Maria di Francia: Un Enigma Storico

La vita di Maria di Francia è avvolta nel mistero. Le uniche informazioni certe derivano dai suoi stessi scritti, in cui si identifica con le parole: Marie ai num, si sui de France (“Il mio nome è Maria e sono di Francia” ). Si ritiene che abbia vissuto nella seconda metà del XII secolo, probabilmente alla corte anglo-normanna di Enrico II d’Inghilterra ed Eleonora d’Aquitania. Tuttavia, la sua identità precisa rimane oggetto di dibattito accademico. Alcuni studiosi ipotizzano che fosse una badessa, mentre altri suggeriscono che fosse una figura legata alla nobiltà o alla corte reale.

I Lais: Innovazione e Tradizione

Il corpus principale dell’opera di Maria di Francia è costituito dai Lais, una raccolta di dodici racconti in versi. Questi testi, scritti tra il 1160 e il 1175, si ispirano alle leggende bretoni e celtiche, integrando elementi del ciclo arturiano. I Lais si distinguono per la loro delicatezza stilistica e per l’attenzione ai sentimenti umani, in particolare alle esperienze femminili. Maria esplora temi come l’amore, il tradimento, la lealtà e il destino, spesso adottando una prospettiva unica e controcorrente rispetto alla visione maschile dominante dell’epoca.

Maria di Francia, attraverso i suoi Lais, si afferma come una delle più originali voci della poesia medievale. La sua opera poetica si distingue per la combinazione di elementi tradizionali e innovativi, nonché per la capacità di esplorare profondamente temi universali quali l’amore, la libertà e il destino.

I Lais, scritti in versi ottosillabi e in rima baciata, hanno una forma che facilita la musicalità e la fluidità del racconto. Questa scelta stilistica riflette l’intenzione di conservare l’origine orale delle storie bretoni, adattandole tuttavia alla tradizione scritta. La sintassi semplice e diretta dei suoi versi è intrisa di profondità simbolica, rendendo ogni narrazione non solo comprensibile ma anche emotivamente intensa.

L’amore è la forza motrice di questi racconti, ma è un amore segnato dalla sofferenza, dalla trasgressione e dalla tensione verso un “altrove” irraggiungibile. Il merveilleux, che deriva dal latino mirabilia, è quel prodigioso che irrompe nel mondo ordinario e lo trasforma. Nei Lais di Maria, tale elemento è incarnato da creature soprannaturali, oggetti magici, animali parlanti, metamorfosi e mondi incantati. In particolare, i lais di Guigemar, Yonec e Lanval sono esempi paradigmatici di questa dimensione fantastica.

È appunto un elemento stilistico distintivo questa capacità della scrittrice di giocare con i simboli e le immagini. Oggetti come l’usignolo in Laüstic, il cigno in Milun, e l’anello magico in Yonec, non sono meri accessori narrativi, ma diventano veicoli attraverso cui esplorare concetti come il desiderio, l’assenza e il potere soprannaturale.

La poesia di Maria di Francia affronta temi che trascendono il tempo e lo spazio, rendendola sorprendentemente contemporanea per un’autrice del XII secolo. Il tema predominante è l’amore, che la poeta raffigura in una varietà di forme: romantico, proibito, ideale e conflittuale. Attraverso i suoi personaggi, ella esamina il potenziale dell’amore di sfidare e trasformare le convenzioni sociali e morali.

In Lanval, l’eroe incontra una fata bellissima e luminosa, che gli impone il silenzio sul loro amore: la trasgressione del patto causerà la scomparsa della donna. L’elemento meraviglioso si manifesta attraverso segni rituali e simbolici — come il bianco palafreno o i bacili d’oro — e culmina nel viaggio finale verso Avalon, l’isola dell’Altro Mondo, dove Lanval scompare per sempre.

Jeo vus ai lungement amee
E en mun quor mut desiree;

Molto tempo vi ho amato
E desiderato in cuor mio.

(Yonec, in Maria di Francia, cit., vv. 127-128.)

In Yonec, un astore si trasforma in cavaliere per raggiungere l’amata imprigionata. Anche qui il meraviglioso irrompe con violenza: il rapace, la trasformazione, l’anello magico che cancella la memoria, la reggia incantata. Il tempo è sospeso o si dilata in modo soprannaturale, sfidando la logica terrena.

La dame a merveille le tint;
Li sens li remut e fremi,
Grant poür ot, sun chief covri.

La dama pensò ad un prodigio;
si sentì rimuovere il sangue e fremere,
grande paura ebbe, si coprì la testa.

(Yonec, in Maria di Francia, cit., vv. 116-118.)

In Guigemar, è una bianca cerva a ferire l’eroe con una freccia che simboleggia l’amore destinato. L’animale, ermafrodito e parlante, lo conduce verso una donna che sola potrà guarirlo. Ancora una volta, l’ingresso nell’Altro Mondo avviene attraverso una frontiera simbolica: una nave incantata, un bosco fitto, una fonte.

En l’espeise d’un grant buissun
Vit une bise od un foün;
Tute fu blaunche cele beste,
Perches de cer out en la teste.

Nel folto di una grossa macchia
Ha visto una cerva col suo cerbiatto;
la bestia era tutta candida
e corna di cervo portava sulla testa

(Guigemar, in Maria di Francia, cit., vv. 89-92.)

Un’altra tematica ricorrente è il ruolo della donna. Maria dà voce a personaggi femminili complessi, spesso protagonisti attivi della narrazione. Le donne dei Lais non sono semplici oggetti del desiderio maschile, ma figure che esprimono volontà, intelligenza e sensibilità.

L’opera poetica di Maria di Francia ha avuto un impatto duraturo sulla letteratura e sulla cultura occidentale. La sua capacità di fondere tradizione orale e innovazione scritta, oltre alla sua rappresentazione pionieristica dei temi femminili, la rendono una figura fondamentale nella poesia medievale. I suoi Lais tradotti e analizzati in varie lingue, continuano a offrire spunti per riflessioni sul potere della narrazione e sull’importanza della voce femminile. La sua opera continua a essere oggetto di studio e ammirazione, offrendo spunti preziosi per comprendere la complessità della società medievale e il ruolo delle donne nella produzione culturale. L’analisi della sua opera poetica illumina il passato e invita a una lettura critica che valorizza la persistenza di temi universali nella letteratura moderna.

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