Nasceva oggi

Nasceva oggi il poeta premio nobel Pablo Neruda

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Pablo Neruda e la terza moglie Matilde Urrutia

Nasceva oggi il poeta cileno Pablo Neruda considerato dai più un pilastro della poesia e letteratura, tuttora annoverato e amato in ogni parte del mondo.
Già formato per far poesia sin da giovanissimo, quasi all’alba dei suoi 20 anni pubblica a sue spese la raccolta Venti poesie d’amore e una canzone disperata, ad oggi bestseller con 10 milioni di copie vendute e alla quale susseguono una trafila di raccolte. Ed è un freddo dicembre del 2015 quando, Passigli Poesia stampa in lingua spagnola l’opera postuma Coi baci che imparai dalla tua bocca (che abbiamo presentato qui) soggetta a diverse ristampe in un solo anno. Il Neruda rivoluzionario spezza le catene della poesia elitaria e lascia fluire nei suoi versi la vita considerando l’amore il motore dell’esistenza. Marina Malva, Delia del Carril e Matilde Urrutia sono le donne che brillano di luce nerudiana, tra la fitta malinconia e il dolore. Tuttavia, fu Matilde Urrutia, conosciuta un pomeriggio del ’46 al parco forestale di Santiago del Cile, ad avere la storia più longeva con il poeta, a condividere con lui lunghe corrispondenze segrete fino al 1955 e ad accompagnarlo nell’oblio della vita in veste di terza moglie.
Oltre l’amore, è ricorrente nei testi nerudiani la sensazione palpabile della perdita, del dolore, della morte, dell’essenziale, della lotta sociale. Poliedrico, profondo, decisamente immortale, profondamente umano, questo, il Neruda che vogliamo ricordare.

Abbiamo tra le mani Todo el Amor, l’antologia personale di Neruda con i testi scelti da Mario Luzi edito da Passigli Poesia, condividiamo con voi appena qualche pagina, in suo onore.

L’AMORE

T’ho amato senza perché, senza dove, t’ho amato senza
guardare, senza misura,
e non sapevo che udivo la voce della ferrea distanza,
l’eco che chiama la creta che canta tra le cordigliere,
non supponevo, cilena, che tu fossi le mie stesse radici,
senza sapere che tra idiomi estranei lessi l’alfabeto
che i tuoi piedi minuscoli lasciavan camminando sulla sabbia
e tu senza toccarmi accorrevi al centro del bosco invisibile
a incidere l’albero dalla cui corteccia volava l’aroma perduto.

IN TE LA TERRA

Piccola
rosa,
rosa piccolina,
a volte,
minuta e nuda,
sembra
che tu mi stia in una
mano,
che possa rinchiuderti in essa
e portarti alla mia bocca,
ma
d’improvviso
i miei piedi toccano i tuoi piedi e la mia bocca le tue labbra,
sei cresciuta
le tue spalle salgono come due colline,
i tuoi seni si muovono sul mio petto,
il mio braccio riesce appena a circondare la sottile
linea di luna nuova che ha la tua cintura:
nell’amore come acqua di mare ti sei scatenata:
misuro appena gli occhi più ampi del cielo
e mi chino sulla tua bocca per baciare la terra.

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