Non era previsto che sopravvivessimo

Non era previsto che sopravivessimo: Cleobulina | L’Altrove

Cleobulina (in greco antico: Κλεοβουλίνη, Κλεοβουλήνη) fu una poeta greco antico. È nota per aver scritto degli enigmi e tre di questi a lei attribuiti sono sopravvissuti fino ai giorni nostri.

A proposito di Cleobulina esistono, nelle fonti antiche, delle testimonianze che ce la presentano come la figlia del tiranno di Lindo e come arguta autrice di enigmi, ma a partire da Crusius e da Wilamowitz circa un secolo fa, si cominciò a negare la sua realta storica, ritenendola un personaggio fantastico. Così il nome di Cleobulina manca per lo piu nelle numerose monografie dedicate alia donna greca e nelle comuni storie della letteratura, pur essendo nota nell’antichita come poetessa.

Cleobulina è una delle prime figure che incontriamo nel Convivio di Plutarco e la sua comparsa e singolare: l’autore la chiama Eumetis (Εὔμητις) e ci dice che, al loro arrivo nel palazzo di Periandro, Talete e altri ospiti incontrano la fanciulla nel portico, intenta a districare con le sue mani la chioma di un fanciullo. Come la ragazza scorge Talete, con assoluta liberta gli corre incontro, Diocle domanda a Talete chi sia quella fanciulla e Talete la presenta cosi: “Non conosci la saggia e famosa Eumetide? Così infatti la chiama il suo genitore, mentre i piu le danno il nome di Cleobulina, derivato dal padre?”

Per quanto riguarda gli enigmi di Cleobulina, questi sono presentati da Esopo sempre nel Convivio, in due diverse occasioni. Uno era chiaramente ben noto nell’antichità, citato due volte da Aristotele, così come da Demetrio di Falero e Ateneo; uno sopravvive nella citazione di un filosofo anonimo; e il terzo sopravvive nei Moralia di Plutarco. Due sono distici elegiaci e il terzo è un unico esametro dattilico. Nell’antichità un corpus più ampio di enigmi fu probabilmente attribuito a Cleobulina, poiché Ateneo citava un trattato su di essi dell’altrimenti sconosciuto Diotimo di Olimpia.

Ma la prima fonte su Cleobulina è forse rappresentata dai Δισσοὶ λόγοι (un testo anonimo e sofistico scritto in dialetto dorico). Secondo lo studioso Mazzarino i libri furono scritti negli anni iniziali della guerra del Peloponneso e narrano avvinimenti di un vasto spazio di tempo. Altre notizie intorno alla poeta le ritroviamo in una commedia di Cratino che potrebbe essere stata prodotta tra il 451 e il 450 a. C. dal titolo Cleoboulinai. Di questa commedia rimangono circa dieci frammenti e sono testimoni della fortuna letteraria della poeta. Ma se nel Convivio viene presentata una ragazza graziosa e nobile, qui ci troviamo davanti ad una donna che beve e si diverte con enigmi anche particolarmente licenziosi. Anche Alexis scrisse una commedia dal titolo Cleobulina.

Le successive testimonianze su Cleobulina ci vengono date da Ateneo e della Suda i quali ci dicono che l’autrice di versi e indovinelli proveniva da Lindo sull’isola di Rodi ed era la figlia di Cleobulo, uno dei sette saggi della Grecia, quindi visse all’inizio del VI secolo a.C.

L’enigma più conosciuto di Cleobulina è questo:

Uno è il padre, dodici i figli e ciascuno di questi ha 30 figlie dal duplice aspetto: alcune si mostrano bianche, altre invece nere; sono immortali e muoiono tutte?

Le sue varianti rivelano che la tradizione di questo enigma era aperta e fluida; così pure sembra essere anche la tradizione sulla
sua origine, contesa dal padre e dalla figlia.

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