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Cyberpoesia, quando il chip sostituisce il cuore 

È uscito da poco nelle librerie cinesi la prima raccolta di poesie di Xiaoice. Nulla di nuovo, se non fosse che tale autore è in realtà un robot, un’intelligenza artificiale o, meglio, un chatbot sviluppato dalla Microsoft.

Sì, un robot che scrive e pubblica proprie poesie. Per imparare a farlo ha letto tutte le poesie di ben 519 poeti, dal 1920 fino ad oggi. Sconvolgente, vero? E pensare che noi umani avremmo impiegato una vita o forse anche due, secoli di studio per raggiungere una tale preparazione, eppure Xiaoice ci è riuscito in pochissimo. Giusto il tempo di un click. 
Invece l’ispirazione avviene più o meno come nell’essere umano, Xiaoice vede un’immagine e inizia a scrivere. Un poeta a tutti gli effetti se non fosse per il chip/cuore che lo anima. 

Little Ice, questo il nome inglese, è stato sviluppato dalla divisione asiatica dell’azienda di Redmond ed è capace non solo di scrivere ma anche di interloquire con gli umani, chiacchierare animatamente, discorrere del più e del meno e perfino rispondere alle domande che gli vengono poste. Ma ciò che gli riesce meglio è appunto scrivere versi. D’amore? Sì, versi che esprimono ogni emozione umana, come la felicità, la solitudine, la gioia.

Xiaoice, naturalmente, ha già scritto migliaia di poesie, ma nel suo libro, Sunshine Misses Windows edito Cheers Publishing, casa editrice di Pechino, sono state raccolte solo 139 composizioni. 

Non sono mancate nel mondo della poesia cinese le opinioni favorevoli e quelle invece contrarie. La poesia in Cina è molto importante e conta migliaia di anni di storia. C’è quindi chi difende tale tradizione, come il poeta Ding Shaoguo che ha esclamato: “Potrebbe uccidere la nostra amata arte!”. 

Chissà, forse tra qualche mese pubblicherà una seconda raccolta che lo farà ricredere. Intanto vi facciamo leggere alcuni versi composti dall’Intelligenza Artificiale di Microsoft:

Through the blur of tears, nothing is clear
My life is art;
Drifting clouds at dusk in the western sky,
With my broken palms I pray.

The rain is blowing through the sea
A bird in the sky
A night of light and calm
Sunlight
Now in the sky
Cool heart
The savage north wind
When I found a new world.

Ma Xiaoice non è il solo e unico robot poetico. Yuxi Liu, design cinese, ha creato Poetry on the shore.

Si tratta di un robottino che semplicemente passeggia e scrive sulla sabbia.

“Gode nel guardare il mare, ascoltando il suono delle onde che si infrangono sulla spiaggia, i mormorii dei venti, i bambini che conversano e l’incessante melodia degli uccelli marini. La maggior parte del tempo cammina da solo per ascoltare e sentire. Scrive versi sulla sabbia, e guarda le onde lavarli via”, spiega Liu. 

Da qui sorge una domanda: Come possono dei robot del genere essere così umani e sviluppare una sensibilità pari o addirittura superiore alla nostra?

Perché, ammettiamolo, l’unica cosa che scriviamo noi sulla sabbia è A+B= AMORE, e non è proprio il massimo.

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