Estratti ed Inediti

Inediti di Doǧan Akcali | L’Altrove

LASCIAMI UNA FRASE SENZA FINE

Voglio leggerti come leggere un libro
Poterti capire in un respiro senza toccare una sillaba
Amarti con gli occhi stanchi per ore.
Il tuo nome di quattro sillabe è il titolo del libro.
Letteralmente accumulo i miei entusiasmi
e tu diventi la mia parola per tutte le bellezze.
Lasciami una frase senza fine come ricordo
Guarda l’immagine della felicità dalla finestra della vita,
sulla copertina del libro:
Il mio desiderio è di vivere tutte le avventure con te
La mia filosofia è saggiamente poterti sentire.
Voglio condividere con te tutta la saggezza
Perché amarti è voler vivere ogni momento.

FLUSSO DELLE PAROLE

Se la poesia tocca il tuo volto, non temere!
La poesia è la brezza del vento.
Come acqua ghiacciata
i fiumi scorrono nella nostra anima
nel colore della felicità
e i pesci ballano nel mistero delle parole:
allevia le tempeste dentro di lei.
La poesia è l’anima della donna
e le donne si svegliano prima del sole
e portano la pesantezza della vita sulle spalle.
Gocce d’emozione, versano lentamente
il loro amore eterno che si accumula negli oceani.
La poesia è sfidare l’ingiustizia:
se non hai mai scritto una poesia a una persona, il tuo cuore è una macchia oscura
e anneghi in ogni flusso del fiume
perché la poesia rivela la ricchezza interiore dell’uomo
e dalla ricchezza delle parole si verifica il delta.
La poesia è il dettaglio di ogni aspetto della vita.

AMORE MESOPOTAMICO

Vieni, parte della mia anima.
Andiamo in Mesopotamia
Nella mia città
Sulla sommità del monte Nemrut
Dove la storia viene rifiltrata dalle statue giganti tra le tombe del santuario
Dove il sole sorge in ogni colore con la sua gloria clamorosa.
Il tramonto è una meraviglia.
La storia del regno Commagene è immensa,
Andiamo nell’antica città di Perre
al tumulo sepoltura Karakus
Dove si trova l’aquila in cima alla collina
e la storia apprezzata delle Rovine di Arsemia
Dove il re Antioco ed Ercole si furono stretti le mani.
Meravigliamo le statue scolpite nelle rocce
Camminiamo sulla storia romana
Sul ponte Severan
Andiamo nel mio piccolo paese
Le case costruite di pietre
Le case coperte di legni
Ospitano senza bussare la porta.
Vieni con me nella pianura con gli odori di tabacco,
Nei campi di tabacco.
Vieni primavera mia fragrante fresca,
Mi piacerebbe vederti in abiti tradizionali,
Sarebbe bello vederti indossando sciarpa!
Come un sorso d’amore dalla marmellata di fichi
Il succo di melograno offerto con la sincerità
Un’eccitazione di colofonia rimane al tuo palato;
ascoltiamo insieme storie d’amore epiche,
Viviamo l’amore mesopotamico.

LA MIA IDENTITÀ

I miei pensieri sono cittadini dello stesso paese,
la mia identità è rimasta in terre straniere,
mi cerco nelle terre straniere.
La mia identità è un misterioso omicidio sparato in mezzo alla strada,
la mia identità è stata imprigionata per anni,
la mia identità vuole essere messa a tacere,
la mia lingua è legata con catene di ferro
alla voce di vari tipi di torture nel mio corpo.
Devo cercarmi tra le rovine, tra le città distrutte:
forse posso trovare una reliquia appartenente al mio passato,
le mie punte delle dita contuse con righello.
Ho la timidezza della rabbia di non scrivere nella mia madrelingua.

DEV’ESSERE UNA PAZZIA IN TE

Ci deve essere un po’ pazzia in te.
Dovresti saper parlare coi fiori, avvolgere gli alberi.
Tutti ti possono chiamare idiota:
Non compromettere mai ciò che hai vissuto
Non dire a nessuno dove stai andando.

Le tue mani dovrebbero toccare la terra,
Devi sentirla nei tuoi palmi.
Zappala,
ma non dire a nessuno dove hai piantato le tue speranze.

Occupati con l’arte, con la scienza,
Solo gli artisti possono cambiare il mondo.
C’è un luogo poetico in tutte le persone,
Lo spirito della musica è universale!
Usa la scienza per il beneficio dell’umanità,
Non dimenticare mai che l’amore è nascosto nei piccoli dettagli.

Poesie a cura di Matteo Roskaccio Rusconi

L’AUTORE

Doǧan Akcali, poeta curdo, nasce nel villaggio di Akcali, Adiyaman, in Turchia nel 1980.
Esule politico, in Italia da circa 10 anni, inizia a scrivere poesie da adolescente, scegliendo poi l’italiano come lingua poetica.
I suoi versi risentono profondamente delle esperienze giovanili di oppressione e violenza, e sono pervasi di dolore, amarezza, rabbia, coraggio, romanticismo e nostalgia per gli affetti lontani. Nelle sue poesie compare spesso il tema della vita quotidiana lontano dalla patria, delle mille difficoltà dell’esule, che il poeta affronta lasciando spazio anche a emozioni universali e fortemente vitali come l’amore.
Dice di sé il poeta: “La poesia è stata per me la prima esperienza di vera libertà”.

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