Poesie ritrovate

Poesie ritrovate: Cesare Ruffato | L’Altrove

Cesare Ruffato, nato nel 1924 a Padova e scomparso nel 2018, è stato uno dei poeti sperimentali più originali del secondo Novecento italiano, con una produzione che ha incluso numerose raccolte di poesia. Dopo aver completato gli studi classici, si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1949 e ha ottenuto la libera docenza in Radiologia nel 1958 e in Radiobiologia nel 1964.

La sua opera poetica ha attraversato diverse fasi e stili, mantenendo sempre una profonda coerenza tematica e stilistica. La sua produzione è stata vasta e variegata, comprendendo raccolte come Tempo senza nome (1962), La nave per Atene (1962), Il Vanitoso pianeta (1965), Cuorema (1969), Caro ibrido amore (1974), Minusgrafie (1978),

Poesia trasfigura (1982), Proposizione Ellittica (1982), Parola bambola (1983), Trasparenze luminose (1987), Padova diletta (1988), Floema della pietra (1988), Prima durante dopo (1989), Parola parola (1990), El sabo (1991), I bocete (1992), diavoleria (1993), Lo sguardo sul testo (1995), Etica declive (1996), Scribendi licentia (1998), Saccade (1999), Il poeta pallido (2005) e Salterio Bianco (2006).

La poesia di Cesare Ruffato

La poesia di Ruffato si è distinta per una profonda riflessione sul tempo, la memoria e l’identità. In Tempo senza nome, ad esempio, il poeta ha esplorato il concetto di tempo come elemento fluido e indefinito, capace di trasformare e trasfigurare la realtà. La sua scrittura è stata caratterizzata da un linguaggio ricco e suggestivo, capace di evocare immagini potenti e di grande impatto emotivo. La poesia Vedo le luci dell’altra riva è stata un esempio di come Ruffato sia riuscito a creare un’atmosfera di sospensione e attesa, in cui il tempo sembrava dilatarsi e contrarsi in un gioco di luci e ombre.

In La nave per Atene, Ruffato si è confrontato con il tema del viaggio e della scoperta, sia interiore che esteriore. La poesia Contrazione rapida (Delfi) ha descritto un viaggio immaginario attraverso paesaggi mitici e simbolici, in cui il poeta si è confrontato con le proprie paure e desideri. Il linguaggio è stato denso e allusivo, ricco di metafore e simboli che rimandano a un mondo antico e misterioso.

Un altro tema centrale nella poesia di Ruffato è stato quello dell’amore, inteso come forza trasformatrice e rigeneratrice. In Caro ibrido amore, il poeta ha esplorato le diverse sfaccettature dell’amore, dalla passione alla tenerezza, dalla gioia al dolore. La poesia In testamento consegnare il cuore è stata un esempio di come Ruffato sia riuscito a esprimere con grande intensità emotiva i sentimenti più profondi e complessi.

La critica ha spesso sottolineato la capacità di Ruffato di coniugare una profonda riflessione filosofica con una scrittura poetica di grande suggestione e bellezza. La sua opera è stata oggetto di numerosi studi e analisi, che ne hanno messo in luce la ricchezza e la complessità. In particolare, è stato evidenziato come Ruffato sia riuscito a creare un linguaggio poetico originale e innovativo, capace di esprimere in modo unico e personale le sue visioni e i suoi sentimenti.

Per questi motivi, la poesia di Cesare Ruffato ha rappresentato un contributo fondamentale alla letteratura italiana contemporanea. La sua capacità di esplorare temi universali come il tempo, la memoria, l’identità e l’amore, attraverso un linguaggio poetico ricco e suggestivo, ne ha fatto uno dei poeti più significativi del Novecento italiano. La sua opera continua a essere oggetto di studio e di ammirazione, confermando la sua importanza e il suo valore nel panorama letterario italiano.

da Cuorema

In testamento consegnare il cuore
a un dabbene metamorto non compos sui
così nel fragile esistenziale
non c’è più stile ma metavivere
in attesa di farsi dono o di riceverlo
e veramente un nostro frammento
potrà legarsi monile
tessera della banca degli organi
elevazione dell’indice sopravvivenza
i miei vasi si venderanno all’asta
non mi preoccupa il prezzo
ma le mani del venditore
e le case degli acquirenti
Un po’ di noi si continua morendo
io in te o tu in me sarebbe tenerezza
perseguire astutamente fine bellezza.


da Trasparenze luminose

Diversamente l’infanzia nei boschi
riflette valori più seri
nelle rime del sogno e delle interrogazioni.
I segnali esplorano le sequenze di entrata.
Si scopre con umiltà la curva degli specchi
che rimanda con molta cura le apparenze
indesiderabili e la solitudine vertiginosa.


da Un tempo senza nome

Sciogliere nel sangue
questa roccia tanto amica.
Ora che sono vicino alle nubi
e il cielo mi annega
so di capire il tempo
che mi sta intorno senza nome
puro come la voce d’iddio.
Mi segui nel mare di vento
che intristisce la pelle
e crei la mia opera.
Restare così fissi
ascoltando le mani
che cercano il vuoto la pietra.


da Prima durante dopo

Preludio alla vita

Non sai assegnare nomi alle cose
e bleffi la tua origine veloce
con la smorfia del mandorlo in fiore

la ragione è chiara: le collisioni blu
spampanano lo sforzo
di cogliere le voci della luce
e i riflessi delle ombre.
Forse ti attieni al fenomeno
che rincorre i profili del pensiero

quindi il respiro inventato dal principio
tensioattivo, talora strazio
nella culla termostatica.
E le ombre che non entrano negli occhi
ma furtive rappezzano divaricano
le gambe strofinano le posture.

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