Estratti ed Inediti

Estratto da “Trovare la parola” di Mariano Ciarletta | L’Altrove

Mariano Ciarletta mostra una maturazione poetica molto accentuata, sia nelle tematiche, sia nelle modalità: una scrittura più concisa, diretta, essenziale, liberata da possibili ridondanze e aggettivazioni. Trovare la parola nei meandri confusi e disordinati della realtà, osservata e percepita con l’attenzione dello studioso ma anche con l’empatia e l’emozione del vero poeta, dell’autentico artista che sa discernere tra logica e sogno, tra razionalità e indicibilità dell’anima, andare in fondo e risalire redento: “Scavo la vita come un frutto / morbido e pregno di colore / ne levo la polpa, il sugo e i semi. / Due morsi per sigillare il dolore / inghiottendo sapore e passato.” Questo, direi, è il nocciolo significativo di tutto quanto poi sviluppato in questa silloge pregevole, dove l’esposizione è densa e intensa, basata normalmente su pochi versi, in cui la parola trovata, studiata, gestita, trova la sua sistemazione ottimale, sia nel simbolo, sia nell’allusione, sia nello spessore semantico. Un osservare e descrivere gli infiniti aspetti del quotidiano, con brevi ma significativi tratti, che, complessivamente, ricostruiscono e restituiscono la realtà prossima, in cui Mariano Ciarletta poeta eccellente è consapevolmente ed emotivamente inserito.

Dalla prefazione di Giuseppe Vetromile.

Nascosti

Non parla più
la tavola celeste
In questi giorni di maggio.
Saprò la risposta al termine
della sigaretta che stringi
tra i confini che ho varcato.


Sconosciuti

hai lasciato la pioggia
e ci siamo ritrovati diversi,
su sponde opposte, al centro.
Ognuno tira le proprie somme,
ci osserviamo senza conoscerci più.


Nero fiume

Se la poesia è morta come ho sentito
perché c’è bile delle mani tremanti
quando l’esigenza riporta al bianco,
al nero fiume che travalica la ragione.


Granitico

La malinconia di ciò che doveva essere
ferisce in questi giorni di marzo – ghiaccio –
un pagliaccio ride in fondo ad una stanza
un gioco scontato, familiare alla menzogna.

Vorrei il dono della roccia granitica,
ma mille ragionamenti prendono – violentano –
«equilibrio» è un calato di un recinto
un incontro tra confinanti e confinati.


Salato

Vorresti questo senso di colpa?
Sai intingerlo come pane nel sugo salato?
Credi bene chiudere, appiattire nel silenzio?
Ieri ho premuto sulle tue scuse lacrime calde
immaginando un mattino senza noi.

Di te una macchiolina grigia? Le lenti sul comodino?

L’AUTORE

Mariano Ciarletta è nato a Salerno nel 1992. Nel 2017 ha conseguito la laurea magistrale in Gestione e Conservazione del patrimonio archivistico e librario. Nel 2023 il titolo di dottore di ricerca in studi letterari, linguisti e storici presso l’Università degli studi di Salerno. Attualmente, nella stessa università, riveste la posizione assegnista di ricerca. Oltre il percorso in ambito storico, fin dall’età di quattordici anni, Mariano Ciarletta coltiva la passione per la letteratura e per la poesia. Diversi suoi inediti sono stati pubblicati su riviste nazionali ed internazionali. Tra le raccolte recenti ricordiamo: Il Vento Torna Sempre, La Vita Felice (2018) e Trovare la parola, Terra d’Ulivi Edizioni (2023). Con la poesia Invisibili (Verso il mare), inclusa proprio nella seconda silloge, Ciarletta ha ricevuto la medaglia d’Onore al premio letterario Internazionale Luigi Vanvitelli.

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