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Recensione: “Non raccontarmi il cielo” di Luigi Palazzo | L’Altrove

Luigi Palazzo è un giovane avvocato pugliese dalla scrittura ipnotica. Il suo Non raccontarmi il cielo edito Manni è la sua opera prima che quest’oggi ci aggiungiamo a recensire.
Ermetismo all’interno del verso libero, il suo, talvolta criptico, talvolta il suo contrario.
Di questa raccolta poetica, è lodevole l’uso perfetto dei vocaboli sapientemente scelti ed uniti come in un puzzle perfetto.
Sembra quasi che la scrittura ricercata sia frutto di una attenta lavorazione, di vocaboli scelti e di una cura secondo cui ogni parola del vocabolario italiano nasce per assolvere una funzione ben precisa. Ogni vocabolo ha un ruolo chiave ed una sua unicità, tutto è armonioso.

Non raccontarmi il cielo è composto da tre parti: I Osservazioni, II Impressioni d’amore e d’intorni, III L’universo in un imbuto.
È proprio la poesia Spazi a contenere l’accenno della terza parte della raccolta, ovvero “l’universo in un imbuto”, che analizza lo spazio nella giovane “noia rassicurante della sera”. L’abbraccio malinconico degli anni scandito dai versi alla sera della gioventù.
Si palesa tra i versi un’indagine sul tempo, sulla maturità, sulla ricerca della verità, distruggendo l’involucro dell’apparenza che ossessiona i nostri tempi. Non soltanto, il suo è anche uno studio delle variegate sensazioni umane, è una lente d’ingrandimento sugli ultimi e sulla sconfitta. Come un voler scardinare a tutti i costi la superficialità e la maschera da eterno vittorioso – e magari infelice – uomo che deve confrontarsi costantemente con le aspettative altrui perdendo più volte se stesso e la sua essenza.
Versi che lasciano interrogativi e dubbi sull’essere unici.

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Condividiamo alcune poesie tratte dalla raccolta:

Variazioni sul tema

Per l’intenso odore
di attimi di trascendente meraviglia
per il chiaro colore del vento
che soffia sul presente
carezza del passato
solletica il futuro
per gli improvvisi stupori
raggi del sole estivo
che bagnano il mare calmo
della memoria
per i naufragi
in pozze di miele
per le carte da gioco
che cambiano faccia
numero
gioco

sono molto più loquaci
fogli bianchi
di accusata
vita
– brandelli
di esistenze
vissute
o invivibili


Immersioni

Mare.

Sgomento osservare,
trapasso di liquida rimembranza,
inondazione sottocutanea,
sottomarina.

Salsedine,
croste di fuoco
squarcio cardiaco.

Emofilia
d’affannose
lacrime d’anima.

L’AUTORE

Luigi Palazzo è nato a San Pietro Vernotico, in provincia di Brindisi, nel 1986, vive a Salice Salentino (LE). Avvocato, autore di contributi giuridici su riviste di settore, è da sempre impegnato in progetti culturali e sociali ed ha firmato testi e regie teatrali. “Non raccontarmi il cielo” (Manni, 2019) è la sua prima raccolta poetica.

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