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Recensione: “L’infinito senza farci caso” di Franco Arminio | L’Altrove

È uscita il 30 ottobre, per Bompiani, la raccolta intitolata L’infinito senza farci caso, del poeta paesologo Franco Arminio.

Una silloge insolita che raccoglie in sé la fragilità dei rapporti, scrutati dal poeta come se egli osservasse la caduta di una flebile foglia accostandone probabilmente l’identico destino.
L’amore, infatti, slegato dalla sua durata ma legato esclusivamente all’ampiezza del sentire, richiede la stessa attenzione che si dedicherebbe alla crescita di una pianta, di un albero, alla sua gestione e tutela dalle intemperie e stagioni avverse.

Addentrandoci tra i versi troviamo uno scatto poetico commovente: “Bello l’amore in mezzo al sonno, / uno scontro dolce / dentro al buio, / la resa delle braccia / stese nel silenzio / come città vicine” fotografando questo momento, viene rappresentata la nudità reale di un essere umano, che, in continua lotta con un mondo feroce, si sveste di ogni corazza per navigare libero dentro un momento perfetto.
Ma la voragine della fine è anch’essa sempre presente: “Si diventa cenere/ è sicuro. / Ma intanto senza di te/ già sono farina/ nel mulino del nulla“. Per tale motivo questo volume ingloba tutte le fasi di un rapporto amoroso: dai primi momenti, alla perdizione, alla parte pudica, senza dimenticare la provvisorietà e gli addii (al quale accosta molto spesso la figura ombrosa della morte).

Quanto conta l’attenzione in un rapporto? Quante volte abbiamo avuto tra le mani “l’Infinito – quasi leopardiano – senza farci caso?” Può l’infinito racchiudersi dentro una carezza? Quante cose, distrattamente, stiamo facendo perire nell’oblio della dimenticanza? Cosa sappiamo, realmente, sull’amore? Cosa può insegnarci la vita di una foglia? Queste sono solo alcune delle riflessioni che si aprono come squarci, una volta assaporata la lettura di questo volume tanto prezioso.
Le poesie, una volta donate al mondo, diventano interpretabili in mille e mille modi diversi, in base al sentire, forse sta proprio in questo la sua bellezza, il suo odore che cambia in base alle stagioni della vita e della società.

E, in un mondo sempre più pornografico, assurdo, materialistico, c’è ancora bisogno della gentilezza della poesia, soprattutto di poeti che possano testimoniarla con la propria vita, così come succede per l’amatissimo Franco Arminio, molto noto al pubblico per la sua estrema sensibilità e per la sua attenzione ad un’Italia che si sbriciola, insieme ai suoi abitanti che perdono il sapore delle cose più semplici e belle, come l’amore e il paesaggio.
Allora, in questo mondo dove troviamo ancora squarci di bellezza e rose di speranza tramutate in poesia, cosa possiamo fare noi, per non disperderli?
E soprattutto, quanto abbiamo bisogno che si parli d’Amore, in un mondo dove si parla in prevalenza la lingua dell’odio?

Laddove livore, sdegno, percezioni negative regnano, questo libro rappresenta un messaggio d’amore donato al mondo, un po’ come una bottiglia con dentro una richiesta d’aiuto.

Cogliamo questo messaggio, godiamoci l’amore e diffondiamolo. Impariamo ad averne cura che è l’unico modo per non disperdersi e per metter radici come fanno gli alberi, dai quali avremmo davvero tanto da imparare. Apriamoci come fiori. Cerchiamo di emanare luce, inondiamo il mondo.

Questo è un piccolo messaggio di pace, perché l’Amore si estende al mondo ed è l’unico modo per essere vivi.

“L’infinito senza farci caso” è acquistabile su Amazon al link https://amzn.to/2NUgTLG e in tutte le librerie.

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