Poeti contemporanei viventi

Sette inediti di Fabio Strinati

Fabio Strinati (poeta, aforista, compositore) nasce a San Severino Marche il 19 gennaio 1983 e vive ad Esanatoglia, un paese della provincia di Macerata nelle Marche. Strinati è presente in diverse riviste ed antologie letterarie. Da ricordare Il Segnale, rivista letteraria fondata a Milano dal poeta Lelio Scanavini. La rivista Sìlarus fondata da Italo Rocco. La rivista culturale Odissea, diretta da Angelo Gaccione. Carmilla on line, webzine fondata da Valerio Evangelisti. Sue poesie sono state tradotte in lingua spagnola e romena.
È inoltre il direttore della collana poesia per Il Foglio Letterario

Ha pubblicato: Pensieri nello scrigno. Nelle spighe di grano è il ritmo (Il Foglio Letterario, 2014). Un’allodola ai bordi del pozzo (Il Foglio Letterario, 2015). Dal proprio nido alla vita (Il Foglio Letterario, 2016). Al di sopra di un uomo (Il Foglio Letterario 2017). Periodo di transizione (Bibliotheca Universalis Bucarest, 2017)

Oggi vi presentiamo sette suoi inediti.

FERITE


Ho scritto anonimo il mio nome, foglietto di carta in un’ora trascurata indietro lancette d’orologio in una stiva di acrobati ricordi. Ho suonato note lungo le banchine, per un tragitto di viale foglie sbadate tra una folata e scomparti, di sentimenti in cerchi per anime sole ferite e complicate come nel tempo ridotto,
a poco a poco.

NEBBIA

Occhi fissi al muro chiodati. Vita una frase sbirciata,
segni verticali impiccati ai bordi di una parete
senza quadri nel vuoto sospesi.
Mi vedo in volto, sordido mi ritrovo smarrito
sulla scena del dolore; un nome, uno appartato
e l’altro avvolto e diradato tra vernici in strati
di nebbia nella grata.

Spazi sotto cupole che a sprazzi
nei luoghi dove appare spruzzo una luce
di nebbia l’argento organo antico,
abiti visti appoggiati ai rami,
confini ultimi s’avvertono linee d’aria.

L’ATTIMO

Mi chino sul tuo corpo lo sguardo appoggio
sopra la tua pelle che si delizia in un puntino
di muto vuoto,

mi guardi, ascolti l’anima
salire piano fin sopra un attimo
di affogata parola, assalita da un non detto ai bordi
del pensiero.

ORA

Ripulisco l’anima dai fossili d’un tempo
scolorito sopra un vagito di vetta
alla mira tramontana soffia
sui deboli filari. Bevo in gola parole
costruite da una penna tra le vele
bianche di un foglio lasciato solo
a maturare contro i venti del momento;
mi ascolto, tremano paure
all’indomani un disperato sole in alto
orfano di luce.

IN TE

Mi celo svanisco oltre una colonna
il fumo d’un camino è sera,
navigano stelle l’una e l’altra appartate.
Scruto ogni mio pensiero
dentro fitte nel tuo cervello in me contenuto;
mi spalmo nel tuo seno al melograno
tingendomi d’eterno l’amore
che tutto mi contiene.

L’INCOGNITA

Sottile una crepa di muro incisa in un tempo
intirizzito nel freddo come sbiadito, un mattino
senza forma d’un tratto s’assorbe nel bulboso
occhio strisciante e una coda d’ora, di minuti
i soli pochi strascichi rimasti.

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