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Recensione: “Meglio tardi” di Davide Bergamin | L’Altrove

Davide Bergamin torna con una nuova raccolta dal titolo “Meglio tardi” edita CTL.

Un libro che si presenta come un pot-pourri di stili, sentimenti e immagini.

Nella poesia di Bergamin c’è il quotidiano, le sensazioni che ci sono familiari, la semplicità. Ma, tra queste 45 composizioni, troviamo anche liriche complesse e non facilmente comprensibili a prima lettura, poesie che richiedono una certa attenzione per cogliere ogni sfumatura.

D’amore il libro è pieno, sentimento descritto con delicatezza, ma non in maniera banale. Le parole sono usate magistralmente, Bergamin gioca con esse. Grande è la cura per le rime e la musicalità dei componimenti, alcuni, infatti, sembrano filastrocche, favole per bambini e adulti che vogliono sorridere e immergersi in mondi nuovi. Anche l’appartenenza alla terra è molto presente nella raccolta, forse per l’infanzia trascorsa con i genitori contadini. E, non per ultimi il legame profondo con la famiglia e l’amore per la figlia Lucrezia a cui ha dedicato la poesia “L’albero più bello”.

Con Meglio tardi, Davide Bergamin ha lasciato tra le nostre mani un pezzo del suo cuore.

Ecco alcune poesie estratte proprio da Meglio tardi:

DALL’IRLANDA IN POI

Raccolti i ritagli di cuore
caduti a sporcare pezzi di carta,
fa si che tutto si ricomponga ,
mantieni l’anima intatta.
Niente che manchi ,nulla di perso
agli occhi socchiusi
di un’ emozione che pare vera,
alle labbra asciutte
delle leggende del mare.

Naufrago alla curiosa attraversata di un Regno,
sperduto Elfo lungo i sentieri di Fate e Folletti.

Rabbrividendo alla fine di ogni piccola storia,
accompagni alla strada ripetuti passi, e i loro sospiri,
servitori ingenui e fedeli
di immaginate sensazioni di gloria.

LA VERANDA

Sono invecchiati tutti i miei fiori,
senza cenni evidenti all’appassire,
li ammiro, come ho sempre fatto.
Il vento mi accarezza
rinnovando un vecchio benvenuto,
sussurrando piano.
Dove sei stato ?
Sono sempre stato qui!
Tu, il vento !
Non vedi ?
Ora muovi accuse !
Con un giro di foglie porta l’eco di risate lontane,
nell’aria bisbiglia un flautato ‘mi manchi’.
Un lampo negli occhi!
Poi l’emozione scuote il ricordo,
è qui che son vivo !
Bolle il sangue
mentre il respiro si fa profondo
raccogliendo brividi e polvere di vita.
Qui vivo, tra afosi silenzi,
vassallo di un sole caldo e sincero,
unico e solo a riaccendere sapori,
avversario romantico di quel cinismo
che vorrebbe placate le voglie ed il tormento.

QUELLO CHE SEMBRA 

Guardarti soltanto
-respirarti-
mentre il tuo sorriso avvolge i sogni
annebbiandoli sempre di più,
fino a farli sparire.
L’illusione si trasforma,
i sogni ora sono occhi.
I tuoi.

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Davide Bergamin di professione artigiano metalmeccanico, 46 anni, sposato, papà di una bambina di 5 anni. Grazie al lavoro da contadini dei genitori, ora pensionati, ha potuto godere del privilegio di una vita sempre a stretto contatto con la natura.Affezionato alla terra che lo ha visto nascere e crescere, scrive “poesie” da sempre, senza però averne mai conservate, almeno fino alla primavera del 2016 quando decide di partecipare al suo primo concorso, risultando tra i finalisti a “Versi sotto gli irmici 2016”, con la poesia “L’albero più bello” dedicato all’ispiratrice del testo, la figlia Lucrezia.Successivamente partecipa ad altri concorsi e alla “VIII Edizione del Concorso Il Federiciano”, con la poesia “La veranda”, dove entra a far parte del volume di raccolta, contenente i testi più rappresentativi del concorso.

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