Nasceva oggi

Nasceva oggi: Gabriele D’Annunzio 

Nasceva oggi il padre del Decadentismo italiano, Gabriele D’Annunzio.

Scrittore, poeta e drammaturgo, partecipò attivamente alla vita politica dell’Italia della fine dell’Ottocento e degli inizi del Novecento.

La sua poetica fu l’espressione più significativa di quegli anni. Egli diede un nuovo valore alla poesia stessa, la quale, da quel momento, venne considerata come massima espressione della bellezza a pari delle altre arti figurative.
La bellezza, l’arte, il riferimento ai canoni greci furono i temi principali dell’Estetismo, Il Piacere ne fu il manifesto in Italia.
Anche il valore della parola mutò, essa divenne musicale, piena di simboli e carica delle sensazioni del poeta.
In quegli anni si rivoluzionò perfino la figura del poeta, che diventò Vate, ovvero veggente, profeta. D’Annunzio stesso fu soprannominato Il Vate, per il suo offrirsi alla società di massa con la sua poesia, ma rimanendone sempre distante ostentando la propria superiorità e raffinatezza.

Tra le sue opere in versi ricordiamo: Primo vere, Canto novo, Laudi del cielo del mare della terra e degli eroi, Alcyone.

Ecco, invece, una sua poesia tratta da Poema paradisiaco:

Voglio un amore doloroso, lento,
che lento sia come una lenta morte,
e senza fine (voglio che più forte
sia della morte) e senza mutamento.

Voglio che senza tregua in un tormento
occulto sien le nostre anime assorte;
e un mare sia presso a le nostre porte,
solo, che pianga in un silenzio intento.

Voglio che sia la torre alta granito,
ed alta sia così che nel sereno
sembri attingere il grande astro polare.

Voglio un letto di porpora, e trovare
in quell’ombra giacendo su quel seno,
come in fondo a un sepolcro, l’Infinito.

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