
Pt.2 La Street Poetry dagli inizi ad oggi
Di seguito potete leggere un estratto della seconda parte dell’articolo pubblicato sul giornale FriuliSera dalla coofondatrice de L’Altrove, Daniela.
Nello scorso articolo abbiamo parlato della nascita della street poetry in America, in questo articolo vi presenteremo la poesia di strada in Italia, la sua nascita e il suo sviluppo nel corso degli anni.
La Beat Generation di cui faceva parte tra gli altri anche Allen Girsberg iniziò a diffondersi nel nostro territorio. Si avvertiva il bisogno di un cambiamento; il pensiero poetico era uno dei campi su cui operare. L’ambiente politico ed economico dell’Italia degli anni ’60 diede un contributo alla diffusione della poesia di strada. Fu Ferruccio Brugnaro, un operaio, che proprio in quegli anni iniziò a distribuire poesie ciclostilate in fabbrica, per strada o nelle scuole, poesia come propaganda sociale. Brugnaro ebbe notorietà solo nel 1990 per una sua poesia esposta a Mestre e a Venezia attraverso cinquecento manifesti. In seguito, il festival Parole sui muri svoltosi a Fiumalbo (MO) nel 1967 e nel 1968 venne riconosciuto come uno degli eventi poetici più importanti di quegli anni, qui la poesia visiva fu protagonista in diversi modi. Agli inizi degli anni ’70 Carlo Toringhelli scriveva i suoi versi sui marciapiedi con pennelli e vernici.
Dalla fine degli anni ’90, invece, troviamo l’attività artistica di Opiemme, uno tra gli street poet italiani più importanti. La sua attività mira ad un’evoluzione della poesia visiva, con la costruzione di immagini attraverso le parole.
Le immagini diventano parole con cui comporre nuova poesia.
Tra i suoi primi lavori ricordiamo le poesie arrotolate e appese a fili di lana. L’ultimo lavoro è chiamato Vortex, immagini fatte di lettere e parole formano spirali senza fine o astri che si perdono tra il nero universo.
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